La vigilanza: cos'è e cosa fa
La Banca d'Italia svolge compiti di vigilanza bancaria e finanziaria nei confronti degli intermediari bancari e non bancari, che sono iscritti in appositi albi. Dal novembre del 2014 la vigilanza sulle banche è svolta nell'ambito del Meccanismo di vigilanza unico.
La vigilanza è organizzata in un Dipartimento con sede in Roma presso l'Amministrazione centrale dell'Istituto e in una rete di filiali.
L'attività di vigilanza si esplica - oltre che attraverso attività di controllo a distanza e accertamenti in loco, tesi a verificare il rispetto delle condizioni per l'esercizio dell'attività bancaria e finanziaria - anche mediante l'adozione di provvedimenti amministrativi. I provvedimenti più significativi che coinvolgono le banche sono le autorizzazioni, le sanzioni e i provvedimenti relativi alla gestione delle situazioni problematiche.
La vigilanza fornisce una serie di servizi direttamente ai cittadini. In tale ambito, l'Istituto riceve richieste di informazione e analizza le segnalazioni di irregolarità riguardanti intermediari vigilati, pubblica informazioni sui soggetti non legittimati allo svolgimento di attività bancaria e finanziaria in Italia e altri avvisi e comunicazioni di interesse generale. La vigilanza svolge inoltre analisi sul sistema bancario e finanziario.
La Banca d'Italia svolge compiti di vigilanza anche con finalità di tutela della clientela degli intermediari.
La Banca d'Italia rende conto delle modalità di svolgimento delle funzioni di vigilanza e informa il pubblico sui temi bancari e finanziari più rilevanti attraverso molteplici sedi e canali: rilevano in particolare la Relazione annuale e la Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d'Italia.
I poteri di vigilanza trovano fondamento in un quadro regolamentare costituito da norme internazionali, comunitarie e nazionali.
In evidenza
- 30 giugno 2022 - Note di Stabilità finanziaria e vigilanza n. 30 - Le sovrapposizioni (overlaps) tra requisiti minimi e riserve di capitale: la situazione delle banche italiane
- 28 giugno 2022 - Note di Stabilità finanziaria e vigilanza n. 29 - Il rischio climatico per le banche italiane: un aggiornamento sulla base di un'indagine campionaria
- 29 aprile 2022 - Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1 - 2022. Con lo scoppio del conflitto in Ucraina sono aumentati a livello globale l'incertezza sulle prospettive economiche e i rischi per la stabilità finanziaria. L'inflazione è in marcato rialzo nelle principali economie mondiali per i rincari dei prodotti energetici e di altre materie prime e per il permanere di strozzature nell'offerta. Le banche centrali hanno avviato o accelerato il ritorno verso politiche monetarie meno accomodanti. La flessibilità dell'azione della BCE continuerà a essere un elemento caratterizzante della politica monetaria qualora i rischi per la sua trasmissione mettano a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi.
- 08 aprile 2022 - Aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali
- 25 marzo 2022 - Note di Stabilità finanziaria e vigilanza n. 28 - Indagine sulla gestione delle Inadempienze Probabili
- 12 gennaio 2022 - Operazioni di finanziamento contro cessione del quinto o della pensione. Profili di rischiosità e linee di vigilanza
- 25 novembre 2021 - Note di Stabilità finanziaria e vigilanza n. 27 - I tassi di recupero delle sofferenze nel 2020
- 19 novembre 2021 - Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 2 - 2021 - L'economia globale continua a beneficiare degli effetti della campagna di vaccinazione e delle politiche espansive delle autorità monetarie e fiscali. Segnali di rallentamento sono tuttavia emersi negli ultimi mesi a seguito di rigidità dell'offerta che, insieme all'incremento del prezzo delle materie prime e dei prodotti energetici, stanno determinando anche pressioni sui prezzi più persistenti del previsto; in base a quanto attualmente valutabile, gli effetti sulle aspettative di inflazione a lungo termine sono stati finora di lieve entità. Sui mercati finanziari gli spread sovrani di alcuni paesi dell'area dell'euro hanno registrato un marcato aumento tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre in connessione con i timori di un'eventuale riduzione dell'accomodamento monetario.