Il sistema finanziario è una complessa infrastruttura che consente alle famiglie, alle imprese, alle amministrazioni pubbliche e agli altri operatori economici di effettuare pagamenti, trasferire risorse e gestire rischi. È un'infrastruttura soggetta a continue sollecitazioni provenienti dall'evoluzione dell'economia, dall'innovazione tecnologica e dall'introduzione di nuovi strumenti finanziari. Assicurare il buon funzionamento di questa architettura è il compito delle autorità responsabili della stabilità finanziaria.
L'ordinamento giuridico affida alla Banca d'Italia la responsabilità per la salvaguardia della stabilità del sistema finanziario nazionale. La Banca d'Italia assolve a questo compito sia attraverso l'esercizio della vigilanza microprudenziale sulle banche, in condivisione con la BCE nel contesto del Meccanismo di vigilanza unico, nonché sugli altri intermediari finanziari e su alcuni mercati, sia con l'attivazione di politiche macroprudenziali orientate al complesso del sistema.
Le fonti normative che disciplinano i poteri della Banca d'Italia sono la Direttiva n. 2013/36/EU e il Regolamento n. 575/2013, sull'accesso all'attività e sulla vigilanza prudenziale delle istituzioni creditizie e delle imprese d'investimento, entrambi adottati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. La normativa europea individua un insieme di strumenti macroprudenziali per il settore bancario che le autorità nazionali competenti o designate possono adottare per prevenire o mitigare i rischi per la stabilità del sistema finanziario. La Banca d'Italia è l'autorità designata all'attivazione di tali strumenti per il nostro Paese. Essa può inoltre adottare misure per far fronte a rischi sistemici che dovessero originare dagli altri intermediari finanziari e dai mercati da essa vigilati.
Lo svolgimento dei compiti assegnati alla Banca d'Italia per la salvaguardia della stabilità finanziaria si basa su un'intensa attività di analisi e sorveglianza dei singoli componenti e del sistema finanziario nel suo complesso, ai fini di una tempestiva identificazione delle vulnerabilità e dei rischi per la stabilità finanziaria.
Le valutazioni della Banca d'Italia dei rischi per la stabilità del sistema finanziario sono diffuse attraverso le pubblicazioni dell'Istituto, in primo luogo il Rapporto sulla stabilità finanziaria. Le Note di stabilità finanziaria e vigilanza raccolgono documenti tecnici di largo interesse.
Nell'esercizio delle sue funzioni per la salvaguardia della stabilità del sistema finanziario nazionale la Banca d'Italia contribuisce all'attività delle istituzioni europee e di altri organismi nazionali e internazionali.
Eurosistema e stabilità finanziaria
La Banca d'Italia è parte dell'Eurosistema e concorre alle sue decisioni. L'Eurosistema elabora analisi e valuta i rischi per la stabilità finanziaria; svolge funzioni di consulenza in ambito comunitario; promuove la cooperazione internazionale; è responsabile della sorveglianza sulle infrastrutture dei mercati finanziari e dei sistemi di pagamento.
Ai fini del perseguimento della stabilità finanziaria, oltre ai poteri propri delle autorità nazionali di utilizzare strumenti macroprudenziali, la normativa comunitaria costitutiva del Meccanismo di vigilanza unico (Regolamento n. 1024/2013 del Consiglio) assegna alla Banca centrale europea alcuni compiti di coordinamento delle autorità nazionali nonché poteri di intervento, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento delle misure macroprudenziali adottate dalle autorità nazionali per il settore bancario. Tali poteri vengono esercitati dalla BCE assicurando il coinvolgimento delle autorità nazionali (nell'ambito del Financial Stability Committee).
Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board)
La Banca d'Italia è membro del Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB), costituito nel 2011 con l'obiettivo di sorvegliare il sistema finanziario e contribuire a prevenire o mitigare i rischi per la stabilità finanziaria nell'Unione europea. L'ESRB è presieduto dal Presidente della BCE; il suo organo decisionale è composto dai rappresentanti di massimo livello delle banche centrali, delle autorità di supervisione nazionali ed europee e della Commissione europea; il Presidente del Comitato Economico e Finanziario partecipa come osservatore.
Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board)
La Banca d'Italia partecipa al Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB), che riunisce i rappresentanti delle principali autorità responsabili in materia di stabilità finanziaria di numerosi paesi avanzati ed emergenti (in larga parte coincidenti con quelli del G20) e delle istituzioni internazionali competenti per la fissazione degli standard finanziari. L'FSB coordina i lavori delle autorità finanziarie e degli organismi internazionali per promuovere l'attuazione di politiche di regolamentazione e vigilanza efficaci, contribuendo alla stabilità finanziaria globale.
Comitato per le politiche macroprudenziali
Con il D.lgs. n. 207 del 7 dicembre 2023 è stato istituito il Comitato per le politiche macroprudenziali, composto dal Governatore della Banca d'Italia, che lo presiede, e dai Presidenti di Ivass, Consob e Covip; assiste alle sedute il Direttore Generale del Tesoro. Il Comitato persegue la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. A tal fine, segue l'evoluzione dei rischi rilevanti per il perseguimento del suo mandato e, nel caso lo valuti opportuno, può indirizzare raccomandazioni alle autorità che lo compongono e formulare segnalazioni al Governo, al Parlamento, ad altre autorità e organismi dello Stato circa l'opportunità di adottare misure per salvaguardare la stabilità del sistema; può inoltre esprimere pareri sugli atti normativi che hanno rilevanza per i suoi obiettivi.
Compiti in materia di stabilità finanziaria
In base alla normativa comunitaria è assegnato alla Banca d'Italia il potere di attivare strumenti macroprudenziali nel settore bancario. La Banca d'Italia ha competenza per l'eventuale applicazione di strumenti quali le riserve di capitale in funzione anticiclica (countercyclical capital buffer) e le riserve di capitale per le istituzioni creditizie sistemiche, sia globali sia nazionali. Può imporre alle banche requisiti di capitale più elevati a fronte delle esposizioni che assumono verso specifici settori. La Banca d'Italia può anche utilizzare strumenti macroprudenziali non armonizzati dalle norme comunitarie al fine di prevenire o mitigare rischi per la stabilità del sistema finanziario.