I cambiamenti climatici e il degrado della natura, insieme alle relative politiche di contrasto, possono influire sull'attività economica e sulla stabilità del sistema finanziario (attraverso i c.d. rischi fisici e di transizione); analogamente, le condizioni sociali e la qualità della gestione delle imprese comportano opportunità ma anche potenziali rischi per il sistema economico.
Le banche centrali possono dare un importante contributo alla transizione, aiutando il sistema finanziario ad accrescere la propria resilienza ai rischi legati ai fattori ESG (enviromental, social and governance), e facilitando, nei limiti del proprio mandato, la transizione verso un'economia più sostenibile.
La Banca d'Italia da tempo è impegnata, nelle sedi nazionali e internazionali, a valutare le implicazioni per il sistema economico e finanziario di tali rischi e a considerare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nell'esercizio delle funzioni istituzionali. Lo fa nei suoi diversi ruoli di supervisore degli intermediari finanziari, di istituto di ricerca, di autorità monetaria, di promotore della cultura finanziaria e di sostenibilità tra i cittadini e le imprese. Da diversi anni ha inoltre avviato un programma per integrare i profili ESG nel governo aziendale e per ridurre la propria impronta ambientale, e mira a conseguire, nel lungo periodo, un obiettivo di emissioni carboniche nette pari a zero.
Di tutte queste azioni la Banca dà regolarmente conto nelle proprie pubblicazioni e negli interventi pubblici dei propri esponenti, in un aperto dialogo con l'esterno.