La Banca d'Italia monitora e valuta le implicazioni che i rischi climatici pongono per la resilienza delle singole banche e intermediari direttamente vigilati e per la stabilità del sistema finanziario.
In questa pagina verranno esaminati:
La normativa
A livello internazionale la Banca d'Italia contribuisce attivamente ai lavori nelle principali sedi della cooperazione di vigilanza. Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria ha pubblicato FAQs volte a chiarire come i rischi finanziari legati al clima possano essere considerati nelle attuali regole di Primo Pilastro. Ciò è in linea con quanto previsto dai Core Principles for effective banking supervision. Il Comitato inoltre sta vagliando possibili miglioramenti alla disciplina di Secondo e Terzo Pilastro; tra le misure già adottate rientra la pubblicazione nel giugno 2022 di Linee Guida rivolte a banche e supervisori su una gestione efficace dei rischi climatici.
In Europa, l'EBA ha pubblicato standard di informativa al pubblico (Terzo Pilastro) sui rischi ESG, un rapporto che formula raccomandazioni sulla loro integrazione nel quadro normativo e di vigilanza degli enti creditizi e delle imprese di investimento, nonché un rapporto contenente raccomandazioni di breve e medio-lungo periodo su come integrare i rischi ambientali e sociali nel Primo Pilastro. La Commissione Europea ha altresì modificato gli atti delegati delle Direttive MiFID II, UCITS e AIFMD per integrare i fattori e i rischi di sostenibilità nella governance e nei sistemi di gestione dei rischi dei fornitori di servizi di investimento e dei gestori di fondi.
Rilevano inoltre i recenti sviluppi sulla rendicontazione di sostenibilità previsti dall'art. 8 del Regolamento Tassonomia, dalla Corporate Sustainaibility Reporting Directive (CSRD), dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) nonché, con specifico riferimento agli impatti contabili dei rischi climatici, il materiale pubblicato dall'IFRS Foundation.
La vigilanza sugli intermediari
L'integrazione dei fattori di sostenibilità (ESG) nei processi aziendali e di supervisione figura tra le priorità strategiche per i prossimi anni: l'obiettivo è accrescere la consapevolezza degli intermediari, bancari e non bancari, circa sfide e opportunità che possono derivare dai fattori ESG per i rispettivi modelli di business e sviluppare adeguati percorsi di valutazione di vigilanza.
Nell'ambito del Meccanismo Unico di Vigilanza, la Banca d'Italia contribuisce alla valutazione e al monitoraggio dei piani di adeguamento delle banche significative alle aspettative di vigilanza emanate dalla BCE sui rischi climatici e ambientali e allo svolgimento di esercizi di stress test climatico. I risultati dell'ultimo test sono stati pubblicati nel luglio 2022.
A livello nazionale sono stati svolti approfondimenti per valutare il grado di adeguamento degli enti vigilati direttamente dalla Banca d'Italia; il dialogo con gli intermediari è stato rafforzato tramite incontri e workshop dedicati.
In particolare:
- nel corso del 2021 è stato condotto un primo ciclo di interviste ai membri del Consiglio di amministrazione di un ampio campione di banche meno significative (LSI) per raccogliere elementi circa il grado di consapevolezza dei rischi climatici e ambientali e un approfondimento sulle modalità con cui le società di gestione del risparmio (SGR) integrano i fattori ESG nei processi aziendali;
- ad aprile 2022 è stato pubblicato un primo insieme di "aspettative di vigilanza", contenenti indicazioni non vincolanti in merito all'integrazione dei rischi climatici e ambientali nelle strategie aziendali, nei sistemi di governo e controllo, nel risk management framework e nella disclosure degli intermediari bancari e finanziari vigilati;
- nel secondo trimestre 2022 sono state condotte due indagini tematiche, volte a valutare il grado di allineamento alle "aspettative", di un campione rappresentativo di LSI e di intermediari non bancari (INB). Le evidenze relative alle LSI sono state riepilogate in un report, pubblicato nel novembre 2022, che comprende un primo insieme di "buone prassi" osservate. I risultati dell'indagine sugli INB sono stati riassunti nella comunicazione del 27 dicembre 2022, pubblicata il 10 gennaio 2023.
Gli organi di amministrazione di tutte le LSI e gli INB sono stati quindi sensibilizzati a definire e approvare piani di azione che consentano, entro il 2025, la piena integrazione dei fattori climatici e ambientali nell'ordinaria cornice di governo e gestione dei rischi.
Le principali risultanze dell'analisi dei piani sono state preliminarmente condivise con il settore bancario e finanziario e con le associazioni di categoria in due tavole rotonde, tenutesi il 7 e l'8 settembre 2023 rispettivamente per le LSI e per gli INB; l'evento è stato anche l'occasione per verificare lo stato di avanzamento dei piani e per confrontarsi sulle criticità e le sfide che il mercato sta affrontando.
Inoltre nel dicembre 2023 sono state pubblicate le principali risultanze dell'analisi dei piani di azione predisposti dalle LSI e dei piani di azione predisposti dagli INB, unitamente a un aggiornamento delle buone prassi osservate, nonché le prime evidenze emerse dall'analisi degli impatti contabili e delle disclosure dei rischi ESG delle banche italiane.
La Vigilanza continuerà a considerare le tematiche di sostenibilità nell'ordinario dialogo di supervisione con le LSI e gli INB, anche per monitorare i progressi che saranno compiuti nell'attuazione dei piani d'azione, nel rispetto del principio di proporzionalità.
Le analisi sulla stabilità finanziaria
Gli effetti dei cambiamenti climatici e il processo di decarbonizzazione, in particolare se disordinato, possono tradursi in costi per il sistema economico e perdite per quello finanziario. Il ruolo di mediatore di risparmi e investimenti di imprese e famiglie svolto dal sistema finanziario, inoltre, lo rende potenzialmente in grado di amplificare le conseguenze negative di eventi avversi legati ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica necessaria per la decarbonizzazione.
La valutazione dell'esposizione del sistema finanziario ai rischi climatici è complessa. Le analisi in questo ambito svolte riguardano prevalentemente valutazioni delle esposizioni di famiglie, imprese e intermediari finanziari ai rischi fisici e di transizione e delle possibili conseguenze per la vulnerabilità finanziaria di quei settori del manifestarsi dei suddetti rischi. È ampia la partecipazione a gruppi di lavoro internazionali su questi temi nell'ambito delle istituzioni coinvolte su questioni di stabilità finanziaria, tra cui il Financial Stability Board (FSB), lo European Systemic Risk Board (ESRB) e la Banca centrale europea.
Come per gli altri lavori di ricerca in ambito climatico o energetico, anche quelli sugli aspetti relativi alla stabilità finanziaria sono diffusi attraverso le collane scientifiche della Banca d'Italia (i "Temi di discussione", le "Questioni di economia e finanza" e le "Note di stabilità finanziaria e vigilanza"), saggi e articoli pubblicati su riviste specializzate e discussi in convegni e seminari organizzati dalla Banca e da altri enti.
Per approfondire: