Il lavoro esamina l'evoluzione del credito bancario in Italia durante la crisi finanziaria, al fine di valutare il contributo di domanda e offerta alla dinamica dei prestiti. L'analisi indica come motivazione prevalente della decelerazione dei prestiti il calo della domanda dovuto principalmente, per le famiglie, alla debolezza del mercato immobiliare e alla caduta dei consumi; per le imprese, al minor fabbisogno finanziario, a sua volta legato alla netta contrazione degli investimenti.
Gli indicatori congiunturali del mercato del credito e i risultati di studi empirici segnalano che a frenare la dinamica dei prestiti avrebbero contribuito tensioni dal lato dell'offerta dovute soprattutto all'aumento della rischiosità dei prenditori, oltre che all'impatto che la crisi ha avuto, specialmente in una prima fase, sulla condizione patrimoniale e di liquidità delle banche, sulla loro capacità di accedere ai finanziamenti esterni. Analisi econometriche avvalorano tali indicazioni, suggerendo che la decelerazione del credito riconducibile alle condizioni delle banche sarebbe di entità contenuta.
Le tensioni nell'offerta di credito potrebbero proseguire nei prossimi mesi. A limitare i rischi di una carenza di finanziamenti contribuisce in primo luogo la ripresa dell'economia reale e il conseguente calo del rischio di insolvenza della clientela bancaria. Concorrono i numerosi interventi effettuati dalle Autorità dall'avvio della crisi al fine di sostenere finanziariamente le imprese, migliorandone il merito di credito, e di rafforzare la condizione patrimoniale e di liquidità delle banche.