Il lavoro esamina alcune varianti degli indici di povertà usate con maggiore frequenza in letteratura, ottenute modificando l’indicatore di benessere, la scala di equivalenza, la correzione o meno dei prezzi sul territorio, la statistica che consente di individuare la soglia di povertà. Viene inoltre valutato l’ISEE, indicatore usato per il reddito di cittadinanza e altre prestazioni sociali, che utilizza una specifica combinazione di reddito e patrimonio e una particolare scala di equivalenza.
Utilizzando i dati dell’indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d’Italia dal 2004 al 2016, lo studio mostra un’ampia varietà di risultati in termini di diffusione e composizione dei poveri secondo le varie definizioni. La massima associazione con le condizioni di malessere percepito si ottiene con gli indicatori che combinano reddito e patrimonio; i consumi, al contrario, forniscono risultati comparativamente modesti.
Pubblicato nel 2020 in: Politica economica/Journal of Economic Policy, v. 36, 1, pp. 101-140