N. 233 - Una valutazione delle determinanti di prezzo e non di prezzo dei flussi commerciali dei maggiori paesi dell'area dell'euro(solo in inglese)

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di Claire Giordano, Francesco Zollinosettembre 2014

Dalla metà degli anni duemila gli indicatori di competitività di prezzo comunemente impiegati hanno mostrato andamenti divergenti in alcuni paesi europei, in particolare in Italia. A fronte di una sostanziale stabilità della misura basata sui prezzi alla produzione, l’indicatore deflazionato con i costi unitari del lavoro (CLUP) del settore manifatturiero segnala che l’Italia avrebbe cumulato una marcata perdita di competitività. Nella ricerca si sostiene che la discrepanza riflette in larga parte la dinamica divergente dei CLUP e dei prezzi alla produzione nei paesi concorrenti; in Italia i prezzi alla produzione e i CLUP continuano a muoversi  insieme. A causa dell’internazionalizzazione dei processi produttivi e della conseguente minore rappresentatività del lavoro sui costi totali di produzione, tendenze in corso con diversa intensità tra paesi, si ritiene che gli indicatori basati sui prezzi siano più attendibili di quelli deflazionati con i CLUP per valutare la competitività e la posizione internazionale di un paese. Questa tesi appare confermata dall’evidenza empirica presentata nel lavoro. In Italia gli indicatori di competitività basati sui CLUP hanno un ruolo minore delle misure deflazionate con i prezzi nella spiegazione della dinamica sia delle esportazioni sia delle importazioni; tale risultato non è confermato per la Germania né per la Francia. Inoltre, una misura di competitività non di prezzo risulta una rilevante determinante delle esportazioni italiane, tedesche e, in particolare, spagnole.

Pubblicato nel 2016 in: Review of International Economics 24, 3, pp.604-636

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