Con le riforme costituzionali del 2001 e 2003 le Regioni hanno assunto la potestà di legiferare per rimuovere gli ostacoli all'effettiva parità di genere. Le norme adottate sono spesso frammentate e solo in pochi casi costituiscono un quadro organico; inoltre la diffusa mancanza di previsioni di attività di monitoraggio o di un efficace apparato sanzionatorio rende carenti gli strumenti di tutela introdotti. Anche le politiche per l'occupazione dipendente, per l'imprenditoria e per la conciliazione vita-lavoro sono molto variegate. Con la crisi, le prime sono state fatte rientrare, quasi ovunque, nel più generale sostegno ai lavoratori svantaggiati, soprattutto con l'adesione ai programmi PARI e Welfare to work. Le donne ne hanno beneficiato in misura elevata anche se diversa da regione a regione. Negli interventi a favore dell'imprenditoria la connotazione femminile è rimasta più diffusa. Tra le politiche per la conciliazione, vi è stato un maggiore sforzo coordinato Stato-Regioni per favorire la diffusione di asili nido, ma l'Italia si mantiene lontana dagli obiettivi europei e il divario Nord-Sud non si è ridotto.
N. 189 - Le normative e le politiche regionali per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro
Testo della pubblicazione
- N. 189 - Le normative e le politiche regionali per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro pdf 2.1 MB Data pubblicazione: 20 giugno 2013