Nel mese di maggio 2017, la Banca d'Italia ha condotto un'indagine conoscitiva sull'innovazione tecnologica applicata ai servizi finanziari. Sono state raccolte informazioni su incentivi e vincoli - attuali e prospettici - connessi alle iniziative Fintech e sono stati censiti i relativi programmi di investimento; l'indagine è stata indirizzata verso un campione costituito dai più importanti intermediari. L'indagine ha coinvolto 93 intermediari tra cui:
- i 13 maggiori gruppi bancari italiani (le cosiddette banche significative o SIs - significant institutions) e 4 filiazioni italiane di banche SI europee;
- 53 gruppi bancari meno rilevanti (LSI - less significant institutions);
- 23 intermediari non bancari (istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica, società di gestione del risparmio e imprese di investimento).
Il 92,4 per cento degli intermediari ha fornito le informazioni richieste.
Nonostante la dichiarata attenzione e il numero non trascurabile di iniziative censite (283), la limitata portata degli investimenti programmati (135 milioni di euro) testimonia la rilevanza ancora comparativamente modesta del settore in Italia.
I maggiori vincoli allo sviluppo di Fintech, secondo le istituzioni intervistate, sono riconducibili alla significativa onerosità degli investimenti a cui corrispondono profitti attesi ritenuti al momento incerti in ragione sia del potenziale sviluppo del mercato, la cui domanda non è considerata ancora sufficientemente matura, sia dell'incertezza sull'evoluzione futura del quadro regolamentare.