N. 1166 - Le banche e la gestione e negoziazione dei titoli di Stato

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di Michele Manna e Stefano Nobilimarzo 2018

Il lavoro studia l'andamento dei portafogli di titoli di Stato detenuti, in 21 economie avanzate, dalle seguenti categorie di investitori: (i) le banche residenti nel paese emittente; (ii) la corrispondente banca centrale; (iii) gli altri investitori residenti; (iv) le banche estere; (v) gli investitori ufficiali esteri; (vi) gli altri investitori non residenti. I dati analizzati coprono il periodo compreso fra il quarto trimestre 2004 e il secondo trimestre 2016.

Nel complesso dei paesi esaminati, le principali conclusioni del lavoro sono le seguenti.

  • Rispetto alle altre categorie di investitori, le banche residenti tendono ad attuare variazioni di dimensione relativamente contenuta, seppure frequenti, della quantità di titoli del proprio emittente statale detenuta in portafoglio.
  • Gli investitori ufficiali esteri mostrano, rispetto alle banche, una maggiore propensione a reagire alle oscillazioni nei prezzi dei titoli, acquistando durante le fasi di riduzione nell’attesa di una successiva risalita, e vendendo nelle situazioni opposte.
  • Il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni tende a essere più basso quando maggiori sono i titoli detenuti dalle banche (sia residenti sia estere).
  • Per le banche residenti di tutti i paesi emerge una preferenza a detenere titoli del proprio emittente in misura maggiore di quanto potrebbe essere ottimale sulla base di sole considerazioni finanziarie (home bias positivo); al contempo, emerge una minore propensione relativa verso i titoli di Stato esteri (foreign bias negativo).

La preferenza delle banche a mantenere sostanzialmente stabile la dimensione del portafoglio di titoli del proprio emittente sovrano, adottando una strategia - continua nel tempo - di vendite e acquisti di dimensioni contenute, contribuisce ad accrescere la liquidità del mercato.

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