N. 940 - Imprese eterogenee e frizioni nel mercato del creditoUn modello di equilibrio economico generale delle decisioni d’ingresso nel mercato

Il lavoro analizza in che modo l’imperfetta protezione dei creditori influenza l’ingresso delle imprese nei mercati domestico ed estero e come tale frizione nel mercato del credito interagisce con le frizioni al commercio internazionale.

Il lavoro estende la teoria esistente introducendo vincoli di liquidità e un mercato del credito imperfetto in un modello con imprese eterogenee nel livello di produttività e costi fissi per lo sviluppo di nuovi prodotti e l’ingresso nei diversi mercati: le imprese devono indebitarsi per sostenere i costi fissi ma i creditori, in caso d’inadempienza, potrebbero non ottenere il rimborso integrale dei crediti accordati. La capacità di un’impresa di accedere al credito aumenta all’aumentare dei profitti che costituiscono una gara nzia per il creditore.

L’imperfetta tutela dei creditori ha principalmente due effetti: scoraggiare lo sviluppo di nuovi prodotti e l’ingresso nel mercato interno, e aumentare il numero d’imprese esportatrici. Queste, infatti, generano profitti maggiori e possono ottenere credito più facilmente rispetto alle imprese che producono esclusivamente per il mercato domestico. Poiché le imprese esportatrici, producendo di più, assorbono una quantità maggiore di risorse, entrambi gli effetti comportano che il numero d’imprese e quindi di varietà di beni prodotti è inferiore che in assenza di distorsioni. Questo diminuisce la pressione competitiva favorendo l’ingresso nel mercato domestico d’imprese poco produttive e riducendo così la produttività media.

La minor produttività e il più basso numero di varietà riducono il benessere dei consumatori. Inoltre, nel modello la riduzione delle barriere al commercio internazionale, pur riducendo i prezzi dei beni e aumentando la concorrenza, amplifica le distorsioni nell’accesso al credito. Ne deriva che gli effetti complessivi di una liberalizzazione del commercio sul welfare potrebbero anche essere negativi.

I risultati suggeriscono che, per garantire un aumento del welfare dei consumatori, le politiche di apertura al commercio internazionale dovrebbero essere accompagnate da misure rivolte ad aumentare il grado di tutela dei creditori.

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