N. 8 - I rendimenti attesi dei titoli obbligazionariindicizzazione, convertibilità, clausole a favore dell'emittente e del portatore

Per valutare l'opportunità di un investimento in titoli obbligazionari si fa generalmente uso di una trasformazione temporale dei proventi attesi nota come rendimento effettivo ex ante. La determinazione di questo indicatore risulta piuttosto complessa quando i pagamenti previsti dal regolamento del prestito siano, per vari motivi, incerti. In questi casi è necessario adottare uno schema probabilistico entro il quale risolvere i singoli problemi che si propongono.

Nella prima parte di questo studio viene esposto l'approccio teorico al calcolo dei rendimenti effettivi. All'illustrazione dello schema probabilistico adottato, noto come moto geometrico browniano, segue il trattamento del rendimento effettivo per periodi inferiori alla vita residua del titolo per poi passare ad esaminare i titoli indicizzati e quelli convertibili in azioni. Infine si espone come vanno valutate le clausole a favore dell'emittente o del portatore: le cedole minime o massime, la facoltà di rimborso anticipato e quella di acquisto sul mercato.

La metodologia proposta per calcolare i rendimenti effettivi dei titoli indicizzati viene applicata, nella seconda parte, ai Certificati di credito del Tesoro a tasso variabile (CCT). Dapprima viene esposto come si determinino i proventi attesi, quindi come si debbano calcolare i rendimenti effettivi e come essi vadano correttamente scomposti. Quindi dopo aver esposto come ottenere il rendimento effettivo (e la sua scomposizione) per un dato insieme di titoli si descrive come siano stati ricavati, per un CCT di recente emissione, gli intervalli di confidenza dei rendimenti attesi nell'ipotesi di diversi orizzonti temporali. Infine vengono riportati i risultati delle elaborazioni effettuate presso la Banca d'Italia per il calcolo giornaliero dei rendimenti dei CCT.