N. 563 - Mobilità dei lavoratori e spinte salariali in Francia e Italia

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di Clémence Berson, Marta De Philippis e Eliana Vivianogiugno 2020

I passaggi dei lavoratori da un'impresa all'altra influiscono positivamente sull'andamento aggregato delle retribuzioni sia in via diretta, per effetto dell'incremento salariale solitamente associato a un nuovo impiego, sia indirettamente, quando le imprese concedono aumenti salariali per trattenere i loro dipendenti. Negli Stati Uniti, la dinamica aggregata delle retribuzioni sembra dipendere più dalla probabilità di cambiare lavoro che dalle variazioni del tasso di disoccupazione. Questo lavoro valuta se tale evidenza sia valida anche in Francia e in Italia, paesi caratterizzati da una diversa struttura del mercato del lavoro.

Usando dati amministrativi comparabili raccolti dagli istituti di previdenza sociale dei due paesi negli ultimi 20 anni, si mostra che la mobilità dei lavoratori contribuisce positivamente alla crescita salariale sia in Francia sia in Italia. La probabilità di cambiare lavoro e il premio salariale ad essa associata sono maggiori per i lavoratori più istruiti e occupati con un contratto permanente. Come negli Stati Uniti, sono le imprese giovani a generare maggior mobilità. Poiché nel complesso le transizioni sono meno frequenti e meno cicliche rispetto agli Stati Uniti, in Francia e Italia il loro contributo alla dinamica salariale aggregata è tuttavia relativamente modesto rispetto a quello dei flussi in entrata o in uscita dall'occupazione.

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