N. 522 - Un modello "BEER" a quale frequenza?Una valutazione dell'impatto della frequenza dei dati sulla stima degli squilibri dei tassi di cambio reali

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di Claire Giordanonovembre 2019

Il lavoro mira a valutare la frequenza "ottimale" di un modello BEER (Behavioural Equilibrium Exchange Rate), che stima gli scostamenti dei tassi di cambio effettivi reali (REER) dai loro livelli di "equilibrio", coerenti con le variabili di fondo di un paese. Si comparano le stime dei disallineamenti desunte da due modelli simili - uno a frequenza annuale e uno trimestrale - studiandone la capacità previsiva degli andamenti dei REER.

Dal 1999 le stime dei disallineamenti secondo i due modelli sono ragionevolmente simili. Sono inoltre entrambe utili per spiegare l'andamento successivo dei REER, ma la capacità esplicativa risulta più alta per le stime trimestrali. Data la maggiore tempestività di aggiornamento dei dati trimestrali, tali stime sono preferibili ai fini di monitoraggio degli squilibri esterni di un paese.

Pubblicato nel 2021 in: Scottish Journal of Political Economy v. 68, 3, pp. 365-404.

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