N. 468 - Il commercio di beni tra UE e Regno Unito nelle catene globali del valore e i costi indiretti della Brexit

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di Rita Cappariello, Milan Damjanovic, Michele Mancini e Filippo Vergara Caffarellinovembre 2018

Il lavoro analizza il commercio di beni e servizi tra Unione europea e Regno Unito nella prospettiva della Brexit, tenendo conto delle catene produttive internazionali. Ipotizzando lo scenario peggiore, ovvero la mancata stipula di un accordo di libero scambio e l'adozione nei rapporti commerciali tra la UE e il Regno Unito della clausola della "nazione più favorita" dell'OMC, il lavoro valuta i possibili effetti dell'introduzione dei dazi sui costi di produzione e sulle barriere al commercio.

Nel caso non si raggiunga un accordo di libero scambio, i dazi complessivi sulle importazioni britanniche dalla UE risulterebbero superiori di quasi 2 punti percentuali a quelli che graverebbero sulle importazioni europee dal Regno Unito, anche tenendo conto delle catene del valore. I costi degli input, sia domestici che importati, aumenterebbero di quasi 1 punto percentuale per i produttori del Regno Unito e solo di 0.1 punti percentuali per quelli europei.

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