L’integrazione finanziaria internazionale porta certamente diversi benefici ma può anche innalzare il rischio di crisi finanziarie. Recentemente, al fine di ridurre tali rischi di instabilità finanziaria, i paesi hanno portato a termine riforme della regolamentazione finanziaria, rafforzato i meccanismi destinati a gestire l’offerta di liquidità da parte delle banche centrali; infine, hanno rafforzato la rete globale di sostegno finanziario attraverso lo sviluppo di nuove componenti e il potenziamento delle risorse complessive della rete. La tradizionale rete globale di sostegno finanziario era composta dalle riserve valutarie detenute dai singoli paesi e dal Fondo Monetario Internazionale chiamato a svolgere un ruolo di supporto.
Ma dopo la crisi finanziaria globale due nuove componenti si sono aggiunte alla rete: le swap lines tra banche centrali e gli accordi di finanziamento regionale. La nuova rete, caratterizzata da molteplici meccanismi di offerta di liquidità e da una elevata differenziazione dell’ammontare e della tipologia di risorse disponibili ai singoli paesi, risulta quindi più frammentata che in passato. Il lavoro argomenta che le differenti componenti della rete non sono fungibili. Le swap lines tra banche centrali e gli accordi di finanziamento regionale possono certamente giocare un ruolo rilevante, ma non diminuiscono l’importanza di avere un FMI forte e con risorse adeguate al centro della rete.
Conducendo un ampio numero di stress test, troviamo che in tutti gli scenari di crisi considerati, tranne i più estremi, l’attuale livello di risorse della rete appare nel suo complesso adeguato. Tuttavia, questa conclusione poggia sull’ipotesi che l’attuale livello complessivo di risorse dell’FMI (che include sia risorse permanenti sia risorse temporanee) sia mantenuto invariato e non tiene conto di specifiche vulnerabilità che talora emergono a livello di singolo paese.
