N. 243 - Gli investimenti diretti esteri e le multinazionali

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di Alessandro Borin e Riccardo Cristadoroottobre 2014

Dai primi anni ’90 l'internazionalizzazione è proceduta assai rapidamente. Con la  riorganizzazione dei processi produttivi su scala globale la crescita degli investimenti diretti esteri (IDE) ha oltrepassato quella di PIL e commercio ed è mutata la loro distribuzione geografica e settoriale. Nel 2012 i flussi di IDE diretti ai paesi emergenti hanno superato per la prima volta quelli verso i paesi avanzati. L’Italia mostra un ritardo sia come ricettore sia come originatore di IDE. L’espansione delle multinazionali italiane negli anni ’90 si è concentrata nei settori tradizionali e nelle economie dell’Europa dell’est. Nello scorso decennio gli investimenti si sono invece rivolti ai mercati più dinamici e verso settori più evoluti. La struttura industriale composta in larga parte da aziende di dimensioni ridotte contribuisce al ritardo dell’Italia nei processi di internazionalizzazione più stabili: rispetto a Germania e Francia, è infatti significativamente maggiore il ricorso ad accordi commerciali e di sub-fornitura tra le modalità di internazionalizzazione, rispetto all’investimento in impianti produttivi all’estero.

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