In seguito alla crisi, tra il 2008 e il 2010 è diminuita la quota di famiglie indebitate sia per una riduzione della domanda, sia per condizioni più restrittive dell'offerta. Il calo ha riguardato i mutui e ha interessato le famiglie a basso reddito e i lavoratori autonomi. Il ricorso al credito al consumo è rimasto stabile; è aumentato per le famiglie con livelli di reddito modesti. Il grado di sostenibilità del debito, misurato dal debito in percentuale del reddito e delle attività, non è peggiorato; l'incidenza della rata del mutuo sul reddito si è ridotta per le famiglie con redditi bassi. La percentuale di famiglie vulnerabili, con un'alta incidenza della rata sul reddito, è rimasta invariata tra il 2008 e il 2010, quando alla forte riduzione del reddito è corrisposto un calo marcato dei tassi di interesse; simulazioni effettuate per il biennio 2011-2012 indicano variazioni contenute della vulnerabilità. La condizione di sovra-indebitamento, una definitiva incapacità del debitore di adempiere le proprie obbligazioni, riguarderebbe circa 160 mila famiglie, lo 0,6 per cento di quelle totali.
N. 134 - L’indebitamento delle famiglie italiane dopo la crisi del 2008
Testo della pubblicazione
- N. 134 - L’indebitamento delle famiglie italiane dopo la crisi del 2008 pdf 407.7 KB Data pubblicazione: 24 settembre 2012