Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici - ANIA Assemblea Annuale
Autorità, Signore, Signori,
ringrazio l'ANIA per avermi voluto nuovamente invitare a prendere la parola nella propria assemblea. Saluto il presidente Liverani, che ho per la prima volta occasione di incontrare in un evento pubblico, e con il quale sono certo che continuerà la tradizione di collaborazione e confronto che ha contraddistinto gli anni di presidenza di Maria Bianca Farina. La vostra assemblea annuale resterà un momento importante e fecondo di questo rapporto.
Ho scelto di dedicare l'intervento di oggi ad alcuni effetti sul mondo assicurativo di due delle grandi tendenze che, si può dire, definiscono i nostri tempi: demografia e tecnologia. Ci arrivo fra un attimo.
Non parlerò oggi, ma non certo perché la reputi meno importante, della terza grande tendenza o allerta globale, quella relativa al clima. Vi ho indirettamente accennato nelle mie Considerazioni del 19 giugno, nel fare riferimento in particolare all'introduzione dell'assicurazione obbligatoria delle imprese contro i rischi di calamità naturali, di cui il cambiamento climatico rappresenta un significativo fattore aggravante. Vorrei solo aggiungere qui che siamo in stretto contatto con le compagnie nella delicata fase della definizione dei limiti di tolleranza al rischio, rispetto ai quali emergono impostazioni concettuali diverse fra loro che andranno rapidamente valutate e approfondite; e che, è bene tornare a dirlo, è indispensabile che le compagnie calibrino attentamente la propria offerta di protezione in funzione delle esigenze di copertura di ogni controparte, grande o piccola che sia. Offerte assicurative adeguate, trasparenti e chiare contribuiranno a fare di questo adempimento normativo un'opportunità concreta di protezione: non un mero onere imposto, ma la risposta a un bisogno reale delle imprese di acquisire sicurezza e garantirsi la capacità di ripartire anche nelle circostanze più difficili.
Demografia
Una trattazione ampia e approfondita dei grandi temi della transizione demografica (fatti, cause, conseguenze, politiche possibili) sarebbe qui fuori luogo; rammento che alcune valutazioni sulle implicazioni macroeconomiche e strutturali di questo fenomeno si trovano nelle recenti Considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia1. Chi vi parla vi si è diffuso in altre occasioni2.
Richiamerò semplicemente il fatto, del resto ben noto, che l'Italia si trova oggi ad affrontare squilibri demografici senza precedenti. Il tasso di fecondità è sceso nel 2024 fino a 1,18 figli per donna3. Si tratta di un valore tra i più bassi al mondo, ben al di sotto di quello necessario per mantenere costante una popolazione chiusa. Pur con un saldo migratorio positivo, la popolazione residente si va in effetti riducendo ormai da dieci anni. L'età media continua ad aumentare; le nascite annuali ai minimi storici e la maggiore longevità stanno causando un graduale invecchiamento della popolazione. Anche quest'ultimo fenomeno è solo in parte compensato dalla composizione per età del flusso dei migranti.
Una popolazione in cui si accresce la componente degli anziani, sia in buona salute sia bisognosi di assistenza, apre alle assicurazioni la prospettiva, direi anzi la responsabilità, di attrezzarsi per assolvere efficacemente il ruolo che loro compete.
Per le assicurazioni le implicazioni più importanti dell'invecchiamento della popolazione consistono nella domanda crescente di protezione previdenziale, sanitaria e assistenziale.
La riforma del sistema previdenziale pubblico ha ricondotto quest'ultimo (come era necessario) alla sostenibilità finanziaria, ma al prezzo di un contenimento sostanziale delle prestazioni garantite. Lo spazio per l'azione del sistema assicurativo è dunque grande, purché lo si sappia sfruttare nel modo giusto. Un giovane, una giovane che pensa al domani si trova a dover riflettere sul modo più razionale di garantirsi una vecchiaia serena, in aggiunta alla protezione fornita dal sistema pensionistico pubblico. Spesso si orienterà su un misto di investimenti finanziari e di coperture propriamente assicurative. Le vostre compagnie sono attive in entrambi i settori e hanno un ruolo speciale nel secondo; spetta dunque a loro consigliare correttamente i clienti, specie quelli che si trovano all'inizio del proprio percorso lavorativo: anche promuovendo prodotti (o componenti di prodotti) che prevedano un valore aggiunto di natura demografica ben definito in termini di protezione e sicurezza. Il consumatore non sarà attratto da prodotti simili a investimenti finanziari generici, ma più costosi. I costi dei prodotti, specie quelli più complessi, andranno sempre spiegati chiaramente, anche in termini di benefici attesi, in modo da consentire al cliente di compiere una scelta consapevole. Con un'offerta appropriata di strumenti di protezione del reddito nella tarda età, le compagnie possono allo stesso tempo competere con successo sul mercato e compiere pienamente i propri doveri di lealtà verso la clientela. Nelle mie Considerazioni di qualche giorno fa ho messo in luce anche il fatto che una corretta offerta di prodotti dotati di una significativa componente demografica, opportunamente strutturati, contribuisce all'allineamento sostanziale delle scadenze di attività e passività delle assicurazioni. L'Istituto manterrà alta l'attenzione su questi aspetti, sotto il duplice profilo della vigilanza prudenziale e di quella di condotta.
Sulla questione dell'assicurazione sanitaria mi riservo di tornare più approfonditamente in una prossima occasione. Ho preso nota delle proposte avanzate dal presidente Liverani nella sua relazione, e chiederò agli uffici dell'Ivass di ragionare su di esse e di avviare un confronto. La sanità pubblica come servizio universale è una conquista delle nostre società e va difesa. Molti cittadini tuttavia desiderano anche forme aggiuntive di tutela, in termini per esempio di comfort e di servizi ulteriori, e questa domanda è probabilmente destinata a crescere, anche perché alcune prestazioni possono essere particolarmente importanti per gli anziani. Se vi sono modi di offrire nuove forme di assicurazione e di assistenza, più efficaci, più rispondenti alle esigenze dei consumatori, ben vengano. Un punto che a mio avviso va sempre tenuto presente è che ogni forma di collaborazione tra sanità pubblica e coperture private dovrebbe essere strutturata in modo da preservare corretti incentivi per tutte le parti coinvolte. Ne riparleremo.
Il tema dell'assistenza a lungo termine (o long-term care, LTC) è destinato a diventare sempre più importante, considerando la maggiore incidenza delle persone anziane e la trasformazione delle strutture familiari. Il mercato in verità per ora è molto modesto; i premi ammontano a poco più di 350 milioni di euro, un ammontare trascurabile rispetto sia alla raccolta complessiva di premi in Italia (150 miliardi di euro), sia al fabbisogno potenziale di questa specifica copertura. Per avere un ordine di grandezza, si può considerare che, secondo stime governative, la spesa pubblica per LTC4 è stata nel 2023 pari all'1,63 per cento del PIL, e si prevede che essa cresca significativamente nei prossimi decenni5.
Pur tenendo conto del fatto che i volumi sono ancora esigui, abbiamo cominciato a studiare caratteristiche e distribuzione del mercato delle polizze LTC, per orientare la riflessione e stimolare il confronto; abbiamo pubblicato i primi risultati nella Relazione sull'attività dell'Istituto trasmessa pochi giorni fa a Parlamento e Governo, alla quale rimando6. Nella media degli ultimi sette anni, i contratti collettivi o convenzioni rappresentavano un quinto del totale delle assicurazioni LTC, ma coprivano i tre quarti degli assicurati; i contratti individuali, molto più numerosi, coprivano meno del 10 per cento; il resto era riconducibile a casse di previdenza. Quasi la metà dei premi era abbinata a coperture per caso di morte o di malattie gravi (dread disease).
Questo tipo di copertura crescerà nella misura in cui sempre più persone, a un certo punto della propria vita, cominceranno a porsi il problema di prepararsi ad affrontare l'eventualità della non autosufficienza senza gravare in modo eccessivo su familiari o altri; ma anche, vorrei sottolinearlo, nella misura in cui le assicurazioni sapranno rispondere a questa esigenza con le necessarie innovazioni nell'ideazione del prodotto, nella sua distribuzione, nella fase di erogazione delle prestazioni. Una maggiore diffusione di questi strumenti potrebbe contenerne il costo, tramite economie di scala e un più ampio ed efficace dispiegarsi dei meccanismi di mutualità.
Per l'insieme degli strumenti legati all'invecchiamento della popolazione, è importante che la clientela disponga delle informazioni necessarie per decidere con cognizione di causa quali sono le proprie esigenze di protezione e quali gli strumenti disponibili per soddisfarle. I prodotti legati alla demografia sono tra quelli per cui è più importante sviluppare l'educazione assicurativa fin dalla scuola, sia perché si tratta di strumenti inerentemente complessi, sia perché essi richiedono alle persone giovani di focalizzarsi su eventi anche molto distanti nel tempo della vita. L'introduzione dell'educazione assicurativa nei programmi scolastici è stato un passo apprezzabile, a cui dovranno seguire interventi attuativi attenti e ben organizzati. Colgo l'occasione per ricordare che stiamo collaborando in questa materia con i ministeri competenti, in sintonia con la Banca d'Italia e in coordinamento con il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. L'attività delle istituzioni interessate è attualmente focalizzata su due questioni essenziali: le modalità per la definizione dei contenuti e la formazione degli insegnanti.
Tecnologie digitali
In tema di tecnologia, vorrei concentrarmi su due sfide: sicurezza informatica e intelligenza artificiale.
La continua evoluzione dei sistemi informatici delle compagnie, tra l'altro sempre più interconnessi con quelli degli altri operatori di mercato e dei fornitori di servizi ICT, ne ha aumentato considerevolmente l'esposizione ai relativi rischi. Le novità normative sono rilevanti. Lo scorso 17 gennaio è entrato in vigore il Regolamento DORA, che ha introdotto prescrizioni rigorose in tema di trattamento dei rischi informatici, inclusa la gestione degli incidenti, la protezione dai rischi derivanti da terzi e i test di resilienza operativa. Gli incidenti vanno classificati utilizzando criteri ben definiti; se gravi, comunicati alle Autorità entro scadenze stringenti. In febbraio abbiamo reso note le modalità operative per adempiere; abbiamo già ricevuto le prime segnalazioni. Abbiamo anche approfondito i possibili impatti sull'Italia di alcuni incidenti occorsi a compagnie estere.
Negli ultimi anni gli attacchi a fornitori di servizi ICT si sono intensificati. A prescindere dalla natura malevola o meno delle minacce, bisogna che le compagnie rafforzino il presidio dei rischi informatici derivanti da terzi, tanto con interventi organizzativi interni, quanto disegnando opportunamente le clausole contrattuali di tutela. I dettagli di queste ultime confluiscono in un registro che le imprese sono tenute a mantenere. Nel 2024 abbiamo curato una raccolta ad hoc su un campione di imprese delle relative informazioni; da quest'anno la trasmissione è un obbligo formale, grazie al quale verranno selezionati a livello europeo i fornitori critici da assoggettare a vigilanza. L'introduzione di poteri di vigilanza diretta sui fornitori critici di servizi ICT è una delle innovazioni qualificanti del nuovo quadro legale. In marzo abbiamo inviato una lettera al mercato che rende esplicite le nostre aspettative in materia; ci attendiamo una puntuale aderenza ai principi ivi indicati.
DORA obbligherà le imprese maggiori a eseguire almeno una volta ogni tre anni test di resilienza basati sulla simulazione di attacchi informatici. Come avevamo preannunciato l'anno scorso in questa sede, già nel 2024 abbiamo seguito, in collaborazione con la Banca d'Italia e la Consob, i test condotti da due imprese assicurative su base volontaria, in linea con la guida TIBER-IT. L'impegno economico e organizzativo non è stato trascurabile, ma i test sono stati molto utili: sia perché hanno consentito di individuare e risolvere specifiche vulnerabilità, sia perché hanno elevato il livello di attenzione dei vertici aziendali. In futuro, le imprese che non saranno obbligate a condurre stress test in base a DORA potranno candidarsi a eseguire test TIBER-IT; le incoraggiamo a farlo.
Anche in tema di intelligenza artificiale siamo impegnati a dare attuazione alle novità regolamentari europee. È in corso la trasposizione nell'ordinamento nazionale dell'AI Act, che comporterà adeguamenti di conformità a cui occorrerà prestare tutta l'attenzione del caso. Il relativo disegno di legge è attualmente in terza lettura al Senato.
Sapete che noi non siamo tra gli apocalittici. L'intelligenza artificiale, crediamo, ha grandi potenzialità anche nel campo assicurativo e non va demonizzata. Allo stesso tempo, non vanno trascurati i rischi ad essa legati; anzi, gestire accortamente questi ultimi è una condizione necessaria per sfruttarne le potenzialità, e dunque una sfida da raccogliere. La sua applicazione nel settore presenta numerosi aspetti specifici, delicati, che hanno motivato l'inclusione di alcune parti della catena del valore assicurativo nella categoria "ad alto rischio" prevista dalla normativa europea e vanno adeguatamente presidiati, tramite opportune cautele di governo e controllo.
Anche l'Ivass sta cominciando a introdurre strumenti di intelligenza artificiale nei propri processi operativi e di vigilanza. Le prime applicazioni si stanno concentrando sulle attività di tutela del consumatore, in particolare nella gestione dei reclami e nell'ambito dell'Arbitro Assicurativo. I reclami che l'Istituto riceve continuano ad aumentare: nel 2024 vi sono state più di 36.000 segnalazioni, il 20 per cento in più rispetto al 2023. È una tendenza che dura da tempo. Per noi la sfida, non facile, è quella di preservare la qualità e la prontezza di questo servizio, che crediamo apprezzato dai consumatori, pur di fronte a un numero sempre più elevato di richieste; senza contare l'esigenza di destinare nuove risorse al progetto, altrettanto importante, dell'Arbitro assicurativo. Stiamo realizzando un portale web dedicato a facilitare l'accesso dei consumatori e ottimizzare i processi interni; stiamo anche riflettendo sulla possibilità di sfruttare gli strumenti dell'intelligenza artificiale generativa per aiutare gli uffici a gestire i reclami, sempre preservando il controllo umano. Quanto all'Arbitro assicurativo, esso farà tesoro dell'esperienza degli altri due Arbitri già istituiti in materia finanziaria. Una task force congiunta tra Banca d'Italia, Consob e Ivass sta ora studiando alcune applicazioni per assistere il consumatore nei casi in cui il riparto di competenza tra i tre Arbitri esistenti non sia facile da individuare.
Autorità, Signore, Signori,
Nel concludere, oltre a tornare a ringraziarvi per avermi ancora una volta cortesemente ospitato, desidero cogliere questa occasione per salutare le due nuove Consigliere, Rita Laura D'Ecclesia e Maddalena Rabitti. Sono certo di poter contare sulla loro esperienza, sulla loro preparazione accademica e tecnica e sulla passione con cui hanno accettato il nuovo incarico; mi aspetto un contributo attivo e qualificato al nostro lavoro.
Si è da poco insediata anche la nuova Segretaria Generale, Ida Mercanti, che saprà far valere la propria validissima esperienza nel campo della vigilanza prudenziale e di condotta nell'assicurare il buon andamento dell'Ivass e l'efficacia della sua azione.
Resta immutata la nostra disponibilità al dialogo e alla collaborazione con l'industria, e a una discussione franca e aperta.
A tutti, buon lavoro.
Note
- 1 Banca d'Italia, Considerazioni Finali del Governatore Fabio Panetta: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2025/cf_2024.pdf
- 2 Ma se ghe penso. Migranti, demografia, sostenibilità - La Spezia, Rotary Club, 10 novembre 2023.
- 3 Istat - Indicatori demografici, anno 2024. Indicatori_demografici_2024.pdf .
- 4 La spesa sanitaria per LTC, le indennità di accompagnamento e gli interventi socio-assistenziali, erogati a livello locale, rivolti ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
- 5 Rapporto n. 25 del Ministero dell'Economia e delle Finanze "Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario": https://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit--i/Spesa-soci/Attivita_di_previsione_RGS/2024/Ltdmlpdspess-2024.pdf
- 6 https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/pubblicazioni/relazione-annuale/2025/Relazione_annuale_2024.pdf, pagg. 41-46.