N. 9 - L'economia della ToscanaRapporto annuale

Dopo il consistente recupero seguito alla crisi pandemica, nel 2022 l'economia toscana ha continuato a espandersi, pur mostrando un rallentamento. Le difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi e il rincaro dei beni importati, aggravatisi con il conflitto in Ucraina, hanno generato una forte spinta inflazionistica che, congiuntamente all'adozione di politiche monetarie restrittive, ha condizionato la crescita.

Il quadro macroeconomico e l'inflazione

In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, nel 2022 l'aumento del prodotto regionale, più intenso nel primo semestre, è stato del 3,8 per cento, in linea con la media del Paese e più contenuto dell'anno precedente. L'indicatore coincidente Regiocoin-Toscana evidenzia un marcato rallentamento delle componenti di fondo dell'attività fino all'estate e un modesto calo nella seconda parte dell'anno con l'acuirsi della pressione inflazionistica. Nei primi mesi dell'anno in corso la dinamica è rimasta negativa.

Dalla metà del 2021 il rincaro delle materie prime, soprattutto di quelle energetiche e alimentari, e l'emergere di strozzature dal lato dell'offerta a livello mondiale si sono riflessi in maggiori costi per le imprese. In tutte le regioni italiane si è quindi registrato un consistente aumento dei prezzi al consumo, ulteriormente cresciuti nel 2022 per effetto della guerra in Ucraina.

A dicembre scorso l'inflazione sui dodici mesi, misurata dall'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), si è attestata in Toscana al 12,0 per cento, un valore lievemente inferiore rispetto al massimo raggiunto a ottobre. L'aumento dei prezzi, che ha interessato tutte le principali voci di spesa, è stato sostenuto dai prodotti alimentari (che hanno contribuito per 2,3 punti percentuali) e, soprattutto, dalle spese per l'abitazione e le utenze (6,5 punti), che includono i beni energetici, come elettricità e gas, i cui prezzi erano più che raddoppiati rispetto a dodici mesi prima. A partire da luglio scorso l'inflazione in regione è stata lievemente superiore alla media nazionale.
A dicembre il differenziale rispetto all'Italia era pari a 0,4 punti ed era attribuibile quasi integralmente alle spese per abitazione e utenze, il cui peso risultava superiore nel paniere dei consumi delle famiglie toscane.

Nei primi mesi di quest'anno l'inflazione ha iniziato a ridursi, riflettendo soprattutto il marcato calo della componente energetica: a marzo in Toscana l'indice dei prezzi risultava in crescita dell'8,3 per cento sui dodici mesi, un livello ancora molto elevato nel confronto storico.

Sul quadro congiunturale continuano a gravare le deboli prospettive macroeconomiche e l'incertezza della situazione internazionale. Le maggiori tendenze protezionistiche, la pandemia e le tensioni geopolitiche hanno contribuito a intensificare le preoccupazioni circa l'esposizione delle economie a shock globali, rendendo talune catene di approvvigionamento più vulnerabili per la maggiore concentrazione geografica degli input importati o per la loro scarsa sostituibilità. In base a nostre stime, riferite alla manifattura, una riduzione marcata dell'import di beni vulnerabili da paesi ad alto rischio geopolitico potrebbe determinare un calo significativo del valore aggiunto regionale; la Toscana risulterebbe la quinta regione italiana più esposta, con impatti particolarmente elevati nel tessile, nei mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli e nella metallurgia.

Le imprese

Dopo la diffusa e intensa ripresa delle attività produttive nella fase post-pandemica, nel 2022 si è registrato un generale processo di rallentamento. Le imprese manifatturiere sono state interessate da una significativa decelerazione della produzione e delle vendite, anche estere, a fronte di una tenuta degli investimenti complessivi, che includono quelli in ricerca e sviluppo, necessari per l'attività innovativa che si può tradurre nel deposito di brevetti. La Toscana si colloca al quinto posto nella graduatoria delle regioni italiane per domande di brevetto, concentrate nella meccanica, nelle tecnologie mediche e nel farmaceutico, per la presenza sul territorio di rilevanti imprese e centri di ricerca. Nelle costruzioni, dopo il recupero dei livelli pre-crisi, l'attività ha continuato a crescere, sia nel settore pubblico sia soprattutto in quello privato. Alcuni segnali di rallentamento si sono registrati nel comparto residenziale, per la stabilizzazione delle transazioni e la rimodulazione di alcuni incentivi alle ristrutturazioni. Nel terziario l'attività è aumentata in misura consistente, pur rimanendo ancora sotto i livelli pre‑pandemia. I flussi turistici, specialmente nella componente straniera, hanno mostrato un nuovo vigoroso incremento, e la spesa dei viaggiatori esteri è ancora cresciuta.

Il tasso di natalità netta delle imprese regionali è diminuito, dopo il picco del 2021; da circa un decennio la creazione d'impresa in Toscana mostra una dinamica peggiore rispetto alle aree di confronto, ancora più marcata per l'imprenditoria giovanile. Tra il 2010 e il 2021 si è registrata in regione una riduzione di società giovanili pari a tre volte quella del Paese; il maggior calo è ascrivibile alla minore natalità, che si concentra nei servizi e che può essere riconducibile alla più bassa redditività delle imprese giovanili in questo settore rispetto alle altre regioni. 

Nonostante il significativo aumento dei costi di approvvigionamento, parzialmente traslati sui prezzi di vendita, la redditività è stata favorevole per la gran parte delle imprese; la liquidità è rimasta elevata, contribuendo a contenere la domanda di nuovi finanziamenti. I prestiti bancari hanno mostrato un deciso rallentamento, e sul volgere dell'anno hanno iniziato a ridursi. Il processo di normalizzazione monetaria attuato dall'estate scorsa per contrastare l'inflazione si è riflesso in un generalizzato aumento dei tassi di interesse applicati ai finanziamenti, per fini sia di liquidità sia di investimento. È inoltre proseguita la riduzione della quota di crediti erogati a imprese con maggiore probabilità di default ed è nuovamente risalita l'incidenza di prestiti assistiti da garanzie, soprattutto per le classi più rischiose.

Il mercato del lavoro

Nel 2022 l'occupazione regionale è aumentata in modo diffuso tra i principali comparti; l'incremento netto di nuove posizioni nel settore privato non agricolo, in lieve calo rispetto all'anno precedente, è riconducibile principalmente a contratti a tempo indeterminato. A fronte della rapida ripresa della domanda di lavoro, è salita in tutti i settori la quota di imprese che segnala difficoltà nel reperimento di manodopera, particolarmente stringenti per i lavoratori con qualifiche medio-alte.

Nello scorso anno le persone in cerca di occupazione sono diminuite e il tasso di disoccupazione è sceso, soprattutto per la componente più giovane della popolazione. L'incidenza dei giovanissimi (tra i 15 e i 24 anni) non occupati e non in istruzione o formazione (Not in education, employment or training, NEET), ridottasi nella fase di recupero dalla doppia recessione del 2008-2011, è tornata a salire con la crisi pandemica; la disoccupazione risulta fortemente correlata con la probabilità di abbandono scolastico, più marcata negli istituti tecnici e professionali, per i maschi e per gli stranieri.

Le famiglie

Il reddito delle famiglie toscane è rimasto sostanzialmente invariato in termini reali: il beneficio derivante dal miglioramento delle condizioni nel mercato del lavoro è stato pressoché bilanciato dall'erosione del potere d'acquisto dovuta all'inflazione. Nonostante il deterioramento del clima di fiducia, acuitosi con l'avvio del conflitto in Ucraina, i consumi delle famiglie toscane sono cresciuti, sebbene parzialmente frenati dai rincari, soprattutto dell'energia e dei prodotti alimentari, che incidono maggiormente sulla spesa dei nuclei meno abbienti.

In un contesto di condizioni di mercato del lavoro favorevoli, nel 2022 l'indebitamento delle famiglie toscane ha continuato a crescere a ritmi elevati, sia nella componente del credito al consumo sia in quella dei prestiti per l'acquisto di abitazioni; questi ultimi sono stati sospinti dalla domanda proveniente soprattutto dai mutuatari più giovani, beneficiari di politiche di sostegno per l'acquisto della prima casa. Le nuove erogazioni di mutui sono state pressoché in linea con quelle dell'anno precedente, frenate nello scorcio dell'anno soprattutto dalla risalita dei tassi; nel confronto storico, la minore incidenza sulle consistenze in essere di contratti a costo variabile ha contribuito a mitigare l'impatto dell'aumento dei tassi sulla rata mensile a carico delle famiglie.

Il mercato del credito

Nel 2022 i prestiti al settore privato non finanziario regionale hanno significativamente rallentato: alla crescita ancora sostenuta del credito alle famiglie si è associata la decelerazione dei finanziamenti alle imprese, in calo da dicembre. In un contesto di restrizione monetaria, le condizioni di accesso al credito si sono progressivamente irrigidite. Pur in un quadro di rallentamento ciclico, il deterioramento del credito si è mantenuto su livelli ancora storicamente contenuti e la quota dei finanziamenti in bonis alle imprese per i quali si è registrato un aumento significativo del rischio è nuovamente calata, rimanendo tuttavia lievemente superiore all'analogo dato nazionale. I rincari delle materie prime energetiche non paiono al momento aver prodotto impatti rilevanti sul grado di solvibilità delle imprese toscane, anche per quelle a maggiore intensità energetica.

Nel sistema finanziario regionale è proseguito il processo di razionalizzazione degli sportelli bancari, in atto dalla crisi finanziaria globale, in relazione anche con la progressiva evoluzione dei canali digitali di offerta. Nonostante l'ulteriore riduzione delle dipendenze, la Toscana si caratterizza per una densità bancaria più elevata dell'Italia e per una più ampia diffusione degli sportelli sul territorio.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2022 il complesso della spesa degli enti territoriali toscani ha continuato a crescere in termini nominali. Gli esborsi correnti hanno risentito in particolare dei rincari dell'energia; quelli in conto capitale sono aumentati, in relazione soprattutto con l'attività di investimento, la quale beneficia delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Gli incassi non finanziari degli enti territoriali toscani sono rimasti stabili. Nei Comuni la riduzione dei trasferimenti correnti per l'emergenza sanitaria è stata compensata dall'incremento delle entrate tributarie ed extra-tributarie. Gli introiti in conto capitale sono significativamente saliti, per effetto dei maggiori contributi statali per fini di investimento.

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