N. 7 - L'economia della LiguriaRapporto annuale

Nel 2022 l'attività economica in Liguria ha continuato a espandersi, seppur rallentando progressivamente, con andamenti differenziati tra i principali settori. Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, nell'anno il prodotto ligure sarebbe cresciuto del 3,7 per cento, seguendo una dinamica analoga a quella nazionale. Le prospettive per i prossimi mesi si connotano ancora per significativi margini di incertezza legati soprattutto all'evoluzione del contesto geopolitico e dell'inflazione.

Le imprese

Nell'industria in senso stretto la produzione ha decelerato, fino a stabilizzarsi: alla fine dell'anno le ore lavorate sono risultate sostanzialmente invariate. Nonostante il significativo incremento del fatturato dovuto alla revisione al rialzo dei listini, le vendite in termini reali sono aumentate in misura contenuta; la spesa per investimenti si è ridotta. L'attività nel settore edile ha beneficiato della prosecuzione dei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali e delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia.

Nel terziario, i flussi turistici sono cresciuti significativamente, soprattutto nella componente di provenienza estera. Nel complesso, i pernottamenti si sono portati su livelli leggermente superiori a quelli precedenti la pandemia; i passeggeri in transito nei porti liguri sono quasi raddoppiati. I traffici mercantili marittimi sono aumentati, pur decelerando progressivamente per effetto del rallentamento del commercio internazionale; la componente containerizzata si è ridotta lievemente, ma il calo è stato inferiore a quello mediamente registrato nei principali porti europei. Le transazioni immobiliari hanno continuato a crescere, seppure in misura meno intensa, sia nel segmento abitativo sia in quello non residenziale.

Nonostante i significativi rincari degli input produttivi, in particolare di quelli energetici, la redditività aziendale è stata sostenuta dall'incremento dei prezzi di vendita: oltre i quattro quinti delle imprese liguri hanno conseguito un risultato economico positivo. In un contesto caratterizzato da un significativo rialzo dei tassi di interesse, il fabbisogno finanziario è stato soddisfatto utilizzando anche l'abbondante liquidità precedentemente accumulata, rimasta comunque su livelli molto elevati nel confronto storico.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nel 2022 il quadro congiunturale favorevole si è riflesso sul mercato del lavoro. L'occupazione ha continuato a crescere, trainata dalla componente dipendente, mentre è proseguito il calo dei lavoratori autonomi; il tasso di disoccupazione si è ridotto. Le assunzioni nette, ancora positive, hanno riguardato quasi esclusivamente posizioni a tempo indeterminato; la creazione di nuovo lavoro ha interessato tutti i principali comparti. È diminuito ulteriormente il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, tornato su livelli non molto superiori a quelli pre-pandemici.

È proseguito l'incremento dei consumi, grazie anche al positivo andamento del mercato del lavoro, ma è stato frenato dal rialzo dell'inflazione, che ha interessato soprattutto le componenti di spesa legate all'abitazione e alle utenze, la cui incidenza sul totale in Liguria è superiore rispetto all'Italia e che pesano maggiormente nel paniere di consumo delle famiglie meno abbienti.

I mutui per l'acquisto di abitazioni hanno decelerato, in connessione con la dinamica delle transazioni immobiliari. Alla fine dell'anno il grado di indebitamento delle famiglie liguri nei confronti di banche e società finanziarie è lievemente diminuito, rimanendo su un livello inferiore rispetto al Nord Ovest e all'Italia.

Il mercato del credito

I prestiti bancari al settore privato non finanziario hanno progressivamente rallentato, contraendosi negli ultimi mesi dell'anno per effetto dell'accentuata riduzione dei finanziamenti alle imprese, su cui hanno inciso le scelte di indebitamento di alcune rilevanti aziende. Le condizioni di accesso al credito sono diventate leggermente più restrittive, con un incremento degli spread medi applicati e una riduzione delle quantità offerte. Per le imprese, i flussi di nuove posizioni deteriorate sono lievemente cresciuti; tra i crediti in bonis è salita l'incidenza di quelli per i quali si è registrato un aumento del rischio. Sul lato del risparmio finanziario, i depositi di imprese e famiglie sono complessivamente diminuiti, dopo un periodo di prolungata espansione. Il valore dei titoli a custodia presso il sistema bancario si è ridotto, anche per effetto del calo delle quotazioni di mercato. Gli investimenti in titoli di Stato e obbligazioni private (soprattutto quelle bancarie) sono cresciuti, riflettendo il rinnovato interesse dei risparmiatori verso i bond a fronte del rialzo dei tassi di interesse.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2022 la spesa degli enti decentrati liguri è complessivamente aumentata, anche a causa dei maggiori costi legati ai consumi elettrici e dell'incremento degli oneri per contratti di servizio, a cui ha contribuito la crescita dei prezzi. Gli investimenti fissi sono saliti marginalmente; la loro dinamica dovrebbe beneficiare nei prossimi anni delle ingenti risorse assegnate a soggetti attuatori pubblici nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC). I progetti più significativi a livello finanziario sono quelli relativi all'ammodernamento della rete ferroviaria e alle infrastrutture portuali. Le Amministrazioni locali, in particolar modo i Comuni, sono chiamate a svolgere un ruolo centrale nell'attuazione degli interventi finanziati dai piani.

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