N. 29 - L'economia della LiguriaAggiornamento congiunturale

Nella prima parte dell'anno in corso, l'economia ligure ha risentito significativamente degli effetti della crisi pandemica. Dopo la graduale riapertura delle attività economiche e la rimozione dei vincoli alla mobilità personale, la regione ha solo parzialmente recuperato i livelli produttivi precedenti l'insorgere dell'emergenza sanitaria. Sia nell'industria, sia nei servizi, il consuntivo dei primi nove mesi del 2020 segna un calo del fatturato a valori correnti, più intenso tra le aziende del terziario.

Nella stagione estiva i flussi turistici sono diminuiti di circa un terzo, a causa delle minori presenze sia italiane sia straniere; i transiti crocieristici si sono pressoché azzerati. La ristorazione, il commercio al dettaglio e l'intermediazione immobiliare risentono dell'atteggiamento prudente assunto dalle famiglie nelle decisioni di spesa e di investimento. La movimentazione delle merci presso i porti è penalizzata dalla scarsa domanda di beni di consumo e intermedi determinata dalla debolezza congiunturale.

La pandemia ha avuto conseguenze anche sul settore edile, ma sono proseguiti i lavori su alcune importanti infrastrutture pubbliche, quali il Terzo Valico e il potenziamento del sistema portuale e aeroportuale genovese; ai primi di agosto, a poco meno di due anni dalla calamità che aveva colpito il ponte Morandi, è stato inaugurato il nuovo viadotto "Genova San Giorgio".

Nel primo semestre dell'anno il numero degli occupati è calato; la contrazione è stata particolarmente intensa per i lavoratori autonomi, mentre quelli dipendenti hanno trovato sostegno nel maggiore ricorso alla Cassa integrazione guadagni e nel blocco dei licenziamenti. Anche le forze di lavoro si sono ridotte: oltre al calo occupazionale, vi ha influito la significativa diminuzione delle persone in cerca di occupazione.

La fase congiunturale sfavorevole si è riflessa sulla redditività e sulla capacità di autofinanziamento delle imprese, determinando un aumento della richiesta di prestiti bancari. Grazie a condizioni di offerta distese, favorite dagli interventi di politica monetaria e dalle misure governative di garanzia pubblica, il credito al comparto produttivo è aumentato, in maggiore misura per le aziende di piccole dimensioni. I finanziamenti alle famiglie hanno decelerato rispetto al 2019, in un contesto di debolezza della domanda, sia per i mutui, sia per il credito al consumo. La qualità del credito si è mantenuta nel complesso stabile; tra i settori produttivi, le costruzioni continuano a connotarsi per una rischiosità più alta degli altri comparti.

Le scelte di impiego del risparmio sono state caratterizzate da motivi precauzionali, con una preferenza per i prodotti più liquidi e quelli maggiormente diversificati: sono aumentati i depositi bancari e le quote di fondi comuni di investimento.

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