N. 26 - L'economia delle Province autonome di Trento e di BolzanoAggiornamento congiunturale

Nel corso del 2020 l'attività economica nelle province autonome ha risentito in misura rilevante della crisi sanitaria di Covid-19. Le misure di distanziamento sociale e la parziale chiusura delle attività nei mesi di marzo, aprile e maggio hanno determinato un forte calo del prodotto; il recupero dei mesi estivi è stato solo parziale. Le previsioni formulate da FBK-IRVAPP in collaborazione con l'Istituto di statistica della Provincia autonoma di Trento indicano che il PIL provinciale registrerebbe nell'anno in corso una contrazione tra il 10,2 e l'11,6 per cento (-9,5 per cento a livello nazionale, secondo le stime più recenti della Banca d'Italia); l'Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano prefigura una flessione del PIL del 10,0 per cento.

Nel primo semestre le imprese hanno registrato una rilevante contrazione delle vendite e delle ore lavorate in tutti i comparti. Le esportazioni, che negli anni passati avevano sostenuto in misura rilevante l'attività soprattutto in Alto Adige, hanno subito una flessione consistente; un supporto positivo alla dinamica complessiva è giunto dall'agroindustria. Gli elevati livelli di incertezza hanno comportato una revisione al ribasso dei piani di investimento delle imprese. A partire da giugno vi è stato un parziale recupero dell'attività, soprattutto nell'industria e nelle costruzioni. Secondo nostre indagini, oltre la metà delle aziende industriali intervistate avrebbe recuperato ad agosto i livelli di fatturato registrati nello stesso mese del 2019; i due terzi prevedono di incrementare le proprie vendite nella primavera del 2021 rispetto a inizio autunno. Nelle costruzioni le ore lavorate hanno segnato un lieve aumento nel bimestre luglio-agosto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'afflusso di turisti, che si era sostanzialmente azzerato da marzo a maggio, è ricominciato nei mesi estivi, soprattutto per la componente italiana; le presenze turistiche a luglio e ad agosto sono risultate comunque inferiori a quelle dello stesso periodo del 2019. I forti cali nei fatturati delle imprese hanno determinato una marcata riduzione della redditività e si sono riflessi sulle condizioni di liquidità. A partire dal secondo trimestre del 2020, le misure di moratoria e la nuova finanza con garanzia pubblica hanno sostenuto la dinamica dei prestiti bancari al settore produttivo, consentendo anche un significativo miglioramento delle disponibilità liquide delle aziende.

Nel primo semestre dell'anno le ore lavorate hanno subito una rilevante flessione in entrambe le province, in connessione con i provvedimenti di fermo della produzione e con il forte aumento delle ore di integrazione salariale. Il numero di occupati si è ridotto nella componente a termine e autonoma mentre il lavoro a tempo indeterminato è stato sostenuto dalle misure di tutela dell'occupazione. Il parziale recupero dei mesi estivi ha sospinto le assunzioni, soprattutto nei comparti legati al turismo. Nel complesso dei primi otto mesi dell'anno le posizioni di lavoro dipendente si sono ridotte di circa 4.000 unità in Trentino e di 10.000 unità in Alto Adige. Le condizioni del mercato del lavoro e l'incertezza generalizzata hanno comportato una forte riduzione dei consumi, soprattutto di beni durevoli. Ne hanno risentito anche i prestiti alle famiglie, in marcato rallentamento nella prima parte dell'anno, specialmente per le componenti del credito al consumo.

Nei primi sei mesi dell'anno il credito bancario al complesso delle imprese e delle famiglie è cresciuto in entrambe le province. Tale andamento riflette l'espansione della domanda di prestiti da parte del settore produttivo, soprattutto per il finanziamento del capitale circolante, a fronte di politiche di offerta più accomodanti. In Trentino l'aumento è stato trainato dalle banche extra-regionali mentre si è arrestato il calo degli impieghi da parte degli intermediari con sede in regione; in Alto Adige la crescita del credito è stata sostenuta dalle banche locali. Gli indicatori di deterioramento del credito sono rimasti sostanzialmente stabili per effetto dei provvedimenti varati con l'obiettivo di contenere l'insolvenza delle aziende e salvaguardare i redditi e l'occupazione nonché per le indicazioni delle autorità di vigilanza.

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