L'economia della Puglia nel 2004Rapporto annuale

Nel 2004 il prodotto regionale è tornato a crescere. Lo sviluppo dell’economia pugliese è stato tuttavia contenuto e inferiore alla media nazionale. L’attività produttiva ha tratto sostegno dal favorevole andamento dell’agricoltura e delle costruzioni, in presenza di una persistente debolezza nell’industria e nei servizi.  

Nel settore agricolo il valore aggiunto ha registrato una forte crescita in termini reali. Nelle principali colture gli incrementi produttivi si sono accompagnati a sensibili riduzioni nei prezzi di vendita.

L’attività nel settore industriale ha mantenuto una dinamica flettente, risentendo del debole andamento della domanda interna e delle crescenti difficoltà derivanti da un modello di specializzazione fortemente incentrato su settori tradizionali. In base ai risultati dell’indagine della Banca d’Italia presso un campione di imprese industriali della regione con almeno 20 addetti, il fatturato a prezzi costanti si è ridotto del 2,0 per cento. Il ridimensionamento delle vendite sul mercato interno è stato solo in parte compensato dalla ripresa della componente estera del fatturato.

Le esportazioni di beni a prezzi correnti hanno ripreso a crescere, interrompendo la contrazione iniziata nel 2002. L’export è stato trainato dalla forte crescita del valore delle vendite regionali all’estero di metalli e prodotti in metallo, in presenza di un aumento della domanda mondiale di prodotti siderurgici a cui si è associato un forte rincaro delle quotazioni internazionali dell’acciaio.

Le esportazioni di beni a prezzi correnti hanno ripreso a crescere, interrompendo la contrazione iniziata nel 2002. L’export è stato trainato dalla forte crescita del valore delle vendite regionali all’estero di metalli e prodotti in metallo, in presenza di un aumento della domanda mondiale di prodotti siderurgici a cui si è associato un forte rincaro delle quotazioni internazionali dell’acciaio.

La spesa per investimenti industriali è aumentata. La più elevata accumulazione di capitale si è concentrata prevalentemente tra le imprese manifatturiere con almeno 200 addetti e nel comparto della meccanica. Vi ha contribuito il completamento di importanti piani di espansione della capacità produttiva avviati negli anni precedenti.  Nel settore delle costruzioni vi è stata una ripresa dell’attività produttiva. Secondo i risultati dell’indagine della Banca d’Italia, il valore della produzione a prezzi costanti è aumentato del 5,0 per cento. L’attività è stata sostenuta dall’accelerazione degli investimenti in opere pubbliche e dalla domanda ancora elevata nel mercato immobiliare, sostenuta anche dal basso livello dei tassi di interesse

L’attività nel settore dei servizi ha ristagnato. Le vendite al dettaglio si sono ridotte presso gli esercizi di piccola e media dimensione e hanno fortemente rallentato presso la grande distribuzione. Sono tornate ad aumentare le immatricolazioni di autovetture. Le presenze di turisti in regione sono diminuite. La dinamica dei consumi delle famiglie si è mantenuta sui modesti livelli degli anni precedenti, risentendo delle perduranti condizioni d’incertezza circa le prospettive della situazione economica generale e del mercato del lavoro.

Il numero di persone occupate in regione si è lievemente ridotto mentre è aumentato il tasso di disoccupazione. Le sfavorevoli prospettive di inserimento nel mercato del lavoro per la popolazione più giovane e maggiormente scolarizzata si riflettono nei consistenti flussi migratori dalla regione verso le aree più sviluppate del paese. Resta elevata la diffusione dell’occupazione non regolare.

Nel 2004 i prestiti bancari a residenti in regione sono aumentati del 6,8 per cento, in rallentamento rispetto all’anno precedente. La crescita è in gran parte riconducibile ai finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni e al settore delle costruzioni, prevalentemente a imprese operanti nell’edilizia residenziale.

I finanziamenti alle imprese hanno rallentato risentendo del ristagno dell’attività produttiva nell’industria e nei servizi. La crescita dei finanziamenti alle imprese di minore dimensione si è mantenuta superiore a quella delle altre aziende. È proseguito il processo di allungamento delle scadenze dei prestiti in corso dalla fine degli anni novanta.

I prestiti alle famiglie hanno accelerato. Oltre ai mutui, è aumentato a ritmi sostenuti anche il credito al consumo. Benché in forte crescita negli ultimi anni il volume dei debiti finanziari delle famiglie pugliesi, in rapporto al reddito disponibile, resta contenuto e su livelli inferiori a quelli registrati in media nel paese.

Gli indicatori di rischiosità del credito sono complessivamente migliorati. Seppure in progressiva riduzione la rischiosità dei prestiti alle imprese continua a risultare più elevata della media nazionale.

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