Bollettino economico BCE, n. 2 - 2023

Secondo le proiezioni, l'inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Pertanto, il 16 marzo 2023 il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, in linea con la sua determinazione ad assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine. L'elevato livello di incertezza accresce l'importanza di un approccio dipendente dai dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, dalla dinamica dell'inflazione di fondo e dall'intensità di trasmissione della politica monetaria.

Il Consiglio direttivo ha altresì dichiarato di star monitorando con attenzione le tensioni in atto sui mercati e di essere pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell'area dell'euro. Il Consiglio direttivo ha dichiarato che il settore bancario dell'area dell'euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità. In ogni caso, la BCE dispone di tutti gli strumenti necessari a fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell'area dell'euro, qualora ve ne sia l'esigenza, e a preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria.

Le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE sono state ultimate agli inizi di marzo, prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari. Tali tensioni comportano pertanto ulteriore incertezza riguardo alle valutazioni dello scenario di base per l'inflazione e la crescita. Prima di questi sviluppi recenti, il profilo dello scenario di base per l'inflazione complessiva era già stato rivisto al ribasso, soprattutto per effetto del minore contributo delle quotazioni energetiche rispetto alle attese precedenti. Gli esperti della BCE indicano ora che l'inflazione si collocherebbe in media al 5,3 per cento nel 2023, al 2,9 nel 2024 e al 2,1 nel 2025. Allo stesso tempo, le pressioni di fondo sui prezzi restano intense. L'inflazione al netto dei beni energetici e alimentari ha continuato ad aumentare a febbraio e gli esperti della BCE si attendono una media del 4,6 per cento nel 2023, livello più elevato rispetto a quello anticipato nelle proiezioni di dicembre. In seguito dovrebbe ridursi al 2,5 per cento nel 2024 e al 2,2 nel 2025, via via che le spinte al rialzo derivanti dai passati shock dell'offerta e dalla riapertura delle attività economiche verranno meno e che la politica monetaria più restrittiva frenerà sempre più la domanda.

Le proiezioni per la crescita nel 2023 sono state corrette al rialzo nello scenario di base, collocandosi in media all'1,0 per cento per effetto sia del calo delle quotazioni energetiche, sia della maggiore tenuta dell'economia a fronte del difficile contesto internazionale. Gli esperti della BCE si attendono poi che la crescita aumenti ancora, all'1,6 per cento sia nel 2024 sia nel 2025, sostenuta dal vigore del mercato del lavoro, dal miglioramento del clima di fiducia e dalla ripresa dei redditi reali. Allo stesso tempo, il rafforzamento della crescita nel 2024 e nel 2025 risulta inferiore rispetto alle proiezioni di dicembre, di riflesso alla politica monetaria più restrittiva.

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