Il 15 dicembre 2022 il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE e, sulla scorta della consistente revisione al rialzo delle prospettive di inflazione, prevede ulteriori incrementi. In particolare, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi, nel tempo, farà diminuire l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. Anche in futuro le decisioni sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio secondo il quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione.
I tassi di interesse di riferimento della BCE rappresentano lo strumento principale utilizzato dal Consiglio direttivo per definire l'orientamento di politica monetaria. Nella riunione di dicembre, il Consiglio direttivo ha inoltre discusso i criteri per la normalizzazione delle consistenze in titoli detenute dall'Eurosistema a fini di politica monetaria. A partire dagli inizi di marzo 2023 il portafoglio del programma di acquisto di attività (PAA) sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l'Eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Il ritmo di tale riduzione sarà pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo. Nella riunione di febbraio 2023 il Consiglio direttivo comunicherà nel dettaglio i parametri per la riduzione delle consistenze del PAA. Il Consiglio direttivo riesaminerà con cadenza regolare il ritmo della riduzione del portafoglio del PAA per assicurare che rimanga coerente con la strategia e l'orientamento complessivi della politica monetaria, per preservare il funzionamento del mercato e mantenere saldo il controllo sulle condizioni del mercato monetario nel breve periodo. Entro la fine del 2023 il Consiglio direttivo sottoporrà a revisione anche il suo assetto operativo per indirizzare i tassi di interesse a breve termine, che fornirà informazioni relative al punto di arrivo del processo di normalizzazione del bilancio.
Nella riunione di dicembre 2022 il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare i tassi di interesse e prevede ulteriori significativi aumenti perché l'inflazione continua a essere troppo elevata e, secondo le proiezioni, si manterrebbe su un livello superiore all'obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato. Secondo la stima preliminare dell'Eurostat l'inflazione si è collocata al 10,0 per cento a novembre, ossia a un livello lievemente inferiore rispetto al 10,6 per cento registrato a ottobre. Tale calo è riconducibile principalmente all'andamento più moderato della componente energetica. L'inflazione dei beni alimentari e le pressioni di fondo sui prezzi in tutta l'economia si sono rafforzate e si protrarranno per qualche tempo. In un contesto di eccezionale incertezza, gli esperti dell'Eurosistema hanno rivisto significativamente al rialzo le proiezioni sull'inflazione, che si collocherebbe, in media, all'8,4 per cento nel 2022 per poi scendere al 6,3 per cento nel 2023 e registrare una marcata riduzione in corso d'anno. Secondo le proiezioni, l'inflazione dovrebbe segnare, in media, il 3,4 per cento nel 2024 e il 2,3 per cento nel 2025, mentre l'inflazione al netto della componente energetica e alimentare dovrebbe collocarsi, in media, al 3,9 per cento nel 2022, per poi salire al 4,2 per cento nel 2023 e quindi scendere al 2,8 per cento nel 2024 e al 2,4 nel 2025.
Nel quarto trimestre del 2022 e nel primo del 2023 l'economia dell'area dell'euro potrebbe subire una contrazione dovuta alla crisi energetica, all'elevata incertezza, all'indebolimento dell'attività economica mondiale e alle condizioni di finanziamento più restrittive. In base alle proiezioni macroeconomiche formulate a dicembre 2022 dagli esperti dell'Eurosistema, una eventuale recessione sarebbe relativamente breve e di lieve entità. Tuttavia nel 2023 la crescita dovrebbe essere contenuta ed è stata rivista significativamente al ribasso rispetto alle proiezioni degli esperti della BCE di settembre 2022 per l'area dell'euro. Oltre il breve periodo l'espansione economica dovrebbe segnare una ripresa, con il venir meno delle circostanze sfavorevoli. Nel complesso le proiezioni di dicembre 2022 segnalano una crescita dell'economia del 3,4 per cento nel 2022, dello 0,5 nel 2023, dell'1,9 nel 2024 e dell'1,8 nel 2025.