Bollettino economico BCE, n. 3 - 2016

La turbolenza osservata nei mercati finanziari agli inizi del 2016 si è attenuata e l'attività economica mondiale evidenzia segnali di stabilizzazione. Il commercio internazionale ha mostrato una buona tenuta nel primo scorcio dell'anno, anche se si prevede che continui a crescere a ritmi moderati. I rischi per le prospettive dell'attività mondiale, soprattutto nelle economie emergenti, restano orientati verso il basso e sono connessi in particolare alle incertezze sul piano delle politiche, alla turbolenza finanziaria e a rischi geopolitici. L'inflazione complessiva a livello mondiale è rimasta contenuta poiché i precedenti cali dei prezzi dell'energia continuano a pesare sulla dinamica dei prezzi.

I rendimenti sui titoli di Stato dell'area dell'euro sono calati insieme a quelli degli analoghi titoli statunitensi. I differenziali delle obbligazioni societarie si sono ristretti sostanzialmente in presenza di una stabilizzazione della volatilità nei mercati e dopo l'annuncio del programma di acquisto di attività del settore societario da parte della BCE. La minore volatilità ha fornito un ulteriore sostegno ai corsi azionari mondiali, mentre l'euro si è apprezzato in termini effettivi.

La ripresa economica nell'area dell'euro sta proseguendo, trainata dalla domanda interna, mentre la domanda estera rimane debole. La domanda interna continua a essere sorretta dalle misure di politica monetaria. Il loro impatto favorevole sulle condizioni finanziarie, assieme al miglioramento della redditività delle imprese, incentiva gli investimenti. Inoltre, l'orientamento monetario accomodante, il persistente aumento dell'occupazione risultante dalle riforme strutturali attuate in precedenza e il prezzo ancora relativamente basso del petrolio dovrebbero continuare a sostenere il reddito disponibile reale delle famiglie e i consumi privati. In aggiunta, l'orientamento fiscale nell'area dell'euro è lievemente espansivo. Al tempo stesso la ripresa economica nell'area dell'euro è ancora frenata dal processo di aggiustamento dei bilanci in diversi settori, dal ritmo insufficiente di attuazione delle riforme strutturali in alcuni paesi e dalle prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti. I rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro restano orientati verso il basso.

L'inflazione complessiva nell'area dell'euro si è mantenuta attorno allo zero negli ultimi mesi. Questo basso livello continua a riflettere principalmente l'impatto del tasso di variazione sui dodici mesi fortemente negativo dei prezzi dei beni energetici. Al tempo stesso gran parte delle misure dell'inflazione di fondo non mostra una chiara tendenza al rialzo. Le spinte interne sui prezzi rimangono moderate. Le misure delle aspettative di inflazione a lungo termine ricavate dai dati di mercato si sono stabilizzate su livelli bassi e rimangono sostanzialmente inferiori a quelle basate sulle indagini. In prospettiva, sulla base delle quotazioni correnti dei contratti BCE Bollettino economico, numero 3 / 2016 – Aggiornamento sugli andamenti economici e monetari 4 future sui prodotti energetici, è probabile che il tasso d'inflazione si collochi su valori lievemente negativi nei prossimi mesi e che poi riprenda a salire nella seconda metà del 2016 per motivi in larga parte riconducibili a effetti base. Successivamente dovrebbe registrare un ulteriore recupero nel 2017 e nel 2018, sorretto dalle misure di politica monetaria della BCE e dalla ripresa economica.

Dopo l'ampio pacchetto di misure di politica monetaria adottato ai primi di marzo, le condizioni finanziarie generali nell'area dell'euro sono migliorate. La trasmissione dello stimolo monetario alle imprese e alle famiglie, in particolare attraverso il sistema bancario, si sta rafforzando. La crescita della moneta è rimasta solida, mentre il tasso di incremento dei prestiti continua ad aumentare gradualmente. Le fonti interne di creazione di moneta rimangono la determinante principale della crescita dell'aggregato monetario ampio. I bassi tassi di interesse, le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e il programma ampliato di acquisto di attività finanziarie sostengono il miglioramento della dinamica della moneta e del credito. Il costo della provvista bancaria è diminuito ulteriormente e le banche hanno trasmesso le migliori condizioni di finanziamento alla clientela attraverso tassi sui prestiti più contenuti. Nell'insieme, le misure di politica monetaria in vigore da giugno 2014 hanno migliorato nettamente sia le condizioni di prestito per famiglie e imprese sia i flussi di credito nell'intera area dell'euro. Le misure di politica monetaria adottate a maggio 2016 sostengono il continuo recupero della crescita dei prestiti, favorendo la ripresa dell'economia reale.

Nella riunione del 21 aprile 2016, sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Esso continua ad attendersi che tali tassi si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività. Per quanto concerne le misure non convenzionali di politica monetaria, dando seguito alla decisione assunta il 10 marzo 2016, la BCE iniziato ad ampliare gli acquisti mensili nell'ambito del programma di acquisto di attività a 80 miliardi di euro, rispetto ai precedenti 60 miliardi di euro. Come indicato in precedenza, tali acquisti dovrebbero proseguire sino alla fine di marzo 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Inoltre, a giugno la BCE condurrà la prima della nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT II) e avvierà gli acquisti nell'ambito del programma di acquisto di attività del settore societario.

In prospettiva è essenziale mantenere un grado appropriato di accomodamento monetario per il tempo necessario a sostenere il vigore della ripresa economica nell'area dell'euro e ad accelerare il ritorno dell'inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire con attenzione l'evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi e, se necessario per il conseguimento del proprio obiettivo, agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell'ambito del proprio mandato. Nel contesto attuale è indispensabile assicurare che le condizioni di inflazione estremamente bassa non si radichino in effetti di secondo impatto sul processo di formazione di salari e prezzi.

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