Bollettino Economico n. 4 - 2025

17 ottobre 2025

L'economia globale continua a risentire delle tensioni commerciali internazionali

Gli accordi siglati dagli Stati Uniti con l'Unione europea e altri partner hanno avviato la definizione di un nuovo assetto delle relazioni commerciali. Il quadro è tuttavia in evoluzione e l'incertezza sulle politiche commerciali continua a pesare sulle prospettive dell'economia globale nel medio termine. Nel secondo trimestre i più alti dazi hanno già contribuito a ridurre il commercio internazionale, come atteso dai principali osservatori. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, nella media del biennio 2025-26 la crescita globale sarà inferiore a quella dello scorso anno.

La crescita del PIL dell'area è modesta

Nei mesi primaverili il PIL dell'area dell'euro ha nettamente decelerato; è venuta meno la straordinaria spinta della domanda statunitense che lo aveva sostenuto nel primo trimestre. Sulla base delle nostre stime, la crescita del prodotto è stata modesta anche nei mesi estivi. Le più recenti proiezioni degli esperti della Banca centrale europea indicano che il PIL dell'area aumenterà di poco più dell'1 per cento all'anno nella media del triennio 2025-27. L'inflazione al consumo si colloca attorno al 2 per cento dallo scorso maggio; è prevista in lieve discesa nel 2026, per poi tornare su valori coerenti con l'obiettivo nel 2027.

L'economia italiana è tornata a crescere nei mesi estivi

Nel secondo trimestre il PIL dell'Italia è sceso lievemente riflettendo il forte calo delle esportazioni, come in altri paesi dell'area. Sulla base delle nostre valutazioni, nel terzo trimestre l'economia italiana è tornata a espandersi, seppure in misura modesta. Al nuovo rialzo degli investimenti si è associato il leggero aumento dei consumi. L'attività è cresciuta nei servizi e nelle costruzioni, mentre è restata debole nella manifattura.

Si è ampliato l'avanzo di conto corrente

Dopo la contrazione nei mesi primaverili, secondo nostre stime le esportazioni di beni in volume sono tornate a salire nel bimestre luglio-agosto. Tra aprile e giugno l'avanzo di conto corrente della bilancia dei pagamenti si è ampliato. Si è ulteriormente rafforzata la domanda di titoli italiani da parte degli investitori esteri. La posizione netta sull'estero resta largamente creditoria.

L'occupazione si è stabilizzata

Nel secondo trimestre il numero di occupati è rimasto pressoché invariato. Il tasso di partecipazione è nuovamente salito fra i lavoratori più anziani, ma è diminuito tra i più giovani; quello di disoccupazione si conferma su valori contenuti in tutte le classi anagrafiche. Si è attenuata la crescita delle retribuzioni contrattuali. Nei mesi estivi l'occupazione si è mantenuta stabile e le retribuzioni hanno ancora rallentato.

L'inflazione resta contenuta

Nel terzo trimestre l'inflazione si è confermata poco al di sotto del 2 per cento. Anche la componente di fondo si è collocata su valori simili: all'aumento molto debole dei prezzi dei beni non energetici si è contrapposto quello più robusto dei servizi. Resta moderata la crescita dei prezzi alla produzione.

La dinamica dei prestiti alle imprese è tornata positiva

È proseguita la trasmissione delle riduzioni dei tassi ufficiali al costo della raccolta bancaria e a quello dei finanziamenti alle imprese. Il credito alle società non finanziarie ha ripreso a crescere. Le indagini presso le banche segnalano che la domanda di finanziamenti delle imprese si è rafforzata. Il credito alle famiglie ha accelerato.

Il prodotto italiano beneficerà dell'espansione della domanda interna

Secondo le nostre proiezioni, in Italia il PIL salirà dello 0,6 per cento nel 2025 e nel 2026, e dello 0,7 nel 2027; sarà sostenuto dalla crescita degli investimenti, mentre le scelte di consumo rimarranno improntate alla cautela nell'anno in corso, per poi riflettere maggiormente l'espansione del reddito disponibile. La domanda estera risentirà dei maggiori dazi e dell'apprezzamento dell'euro. L'inflazione al consumo si collocherà all'1,7 per cento nel 2025, scenderà all'1,5 nel 2026 e risalirà all'1,9 nel 2027.

Il quadro previsivo è soggetto a elevata incertezza, riconducibile in particolare all'evoluzione delle politiche commerciali e dei conflitti in corso. La crescita potrebbe risentire dei timori sulle prospettive delle finanze pubbliche nell'area dell'euro e in altre economie avanzate. D'altra parte, un orientamento più espansivo della politica di bilancio a livello europeo, connesso in particolare con un significativo incremento delle spese per la difesa, potrebbe sostenere l'attività economica.