Il lavoro valuta se le connessioni politiche di alcune aziende, oltre ad avvantaggiare le imprese che le sfruttano per allentare vincoli normativi o burocratici (ad esempio, per ridurre i tempi di ottenimento di una licenza), influenzano negativamente le altre imprese, il grado di concorrenza nei mercati, la capacità innovativa e l'andamento della produttività nel complesso dell'economia.
I risultati documentano un "paradosso della leadership": è molto più probabile che le imprese leader di mercato siano anche politicamente connesse, ma anche meno propense a innovare, un risultato in contrasto con la letteratura sui modelli di crescita à la Schumpeter secondo la quale le imprese leader sono anche le più innovative. Alla presenza di connessioni si associano, a livello di impresa, maggiore sopravvivenza, crescita dell'occupazione e dei ricavi, ma non guadagni di produttività. Con l'ausilio di un modello teorico si evidenzia come i vantaggi per le imprese che hanno connessioni politiche non compensino le perdite aggregate associate a una minore crescita della produttività complessiva e a una scarsa capacità di riallocazione delle risorse tra imprese.