N. 1145 - Un indice di condizioni finanziarie per le economie dell'Europa centrale e orientale

La crisi finanziaria internazionale e quella dei debiti sovrani hanno messo in evidenza come gli shock finanziari possano influenzare l'attività economica attraverso una molteplicità di canali. In questo contesto, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali hanno sviluppato approcci analitici per monitorare l'evoluzione delle condizioni finanziarie e valutare con quale intensità influiscano sull'attività economica. Il presente lavoro si concentra sul cosiddetto Indice di Condizioni Finanziarie (ICF), che fornisce una sintesi delle informazioni contenute in un ampio numero di variabili finanziarie, per Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, nel periodo tra il 2001 e il 2016.

La costruzione degli ICF per ognuno dei tre paesi si articola in tre fasi. Nella prima, si selezionano le variabili finanziarie in grado di influenzare le scelte di consumo e di investimento. Nella seconda, dopo aver depurato i dati dalla componente legata al ciclo economico, l'informazione delle varie grandezze viene opportunamente sintetizzata in un indice. Infine, si valuta la capacità di tale indice di anticipare l'andamento dell'attività economica.

L'analisi dell'evoluzione dei tre ICF segnala il progressivo allentamento delle condizioni finanziarie tra il 2001 e il 2008, dovuto principalmente alla crescente integrazione con i sistemi finanziari delle economie più avanzate della UE e alla maggiore credibilità delle banche centrali nazionali. Nello stesso periodo, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca hanno registrato intensi afflussi di capitali esteri, soprattutto di natura bancaria, che hanno contribuito non solo ad accelerare il processo di sviluppo finanziario, ma anche a determinare l'emergere di rilevanti vulnerabilità macro-finanziarie. Nell'intervallo temporale tra la crisi finanziaria globale e quella dei debiti sovrani, le tre economie hanno risentito in misura diversa dell'aumento dell'avversione al rischio da parte degli investitori internazionali. Dal 2013, le condizioni finanziarie sono tornate più accomodanti nella Repubblica Ceca e in Ungheria, riflettendo anche l'adozione di misure non convenzionali di politica monetaria.

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