Negli ultimi anni le banche centrali di molti paesi hanno fatto ricorso a nuove strategie di comunicazione volte a segnalare l'intenzione di mantenere per lungo tempo condizioni monetarie accomodanti per orientare le aspettative degli operatori (verbal guidance).
Il lavoro contribuisce alla letteratura sull'efficacia della comunicazione delle banche centrali analizzando l'uso delle forme verbali al futuro nelle dichiarazioni introduttive alle conferenze stampa che seguono le riunioni del Consiglio direttivo della Banca centrale europea in cui vengono prese decisioni di politica monetaria.
A tal fine viene costruito un indicatore di verbal guidance dal 2002 al 2015, che riflette l'uso della forma verbale futura basata sul -will- per descrivere l'orientamento della politica monetaria, che, in base alle regole grammaticali inglesi, indica azioni che la banca centrale si impegna a compiere o ritiene avverranno in futuro.
L'indicatore viene utilizzato per misurare l'impatto sui mercati di cambiamenti inattesi della verbal guidance negli anni a partire dal 2007, caratterizzati da una comunicazione tipicamente volta a segnalare politiche accomodanti.
La componente inattesa viene calcolata come differenza tra il valore realizzato dell'indicatore e quello stimato utilizzando variabili che risultano significative per spiegarne l'andamento, come le aspettative degli operatori di mercato sui tassi ufficiali.
L'analisi econometrica mostra che un aumento della componente inattesa della verbal guidance è associato a una riduzione dei tassi forward del mercato monetario. L'effetto risulta più forte per gli orizzonti più lunghi (6 e 9 mesi), coerentemente con la funzione della verbal guidance di segnalare l'intenzione della banca centrale di mantenere condizioni monetarie accomodanti.
