N. 1125 - Le conseguenze del pubblico impiego: evidenza empirica dai comuni italiani

di Marta Auricchio, Emanuele Ciani, Alberto Dalmazzo e Guido de Blasio
Luglio 2017
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Un aumento dell'occupazione pubblica in una data località ha effetti potenzialmente complessi sull'economia locale. Da un lato esso fornisce stimoli positivi - tramite sia i normali meccanismi moltiplicativi, operanti dal lato della domanda, sia gli effetti sulla produttività delle imprese locali derivanti dal possibile miglioramento di quantità e qualità dei servizi pubblici - dall'altro esso può spiazzare le imprese locali, innalzandone i costi a seguito di una accresciuta pressione sulle risorse locali, in primis di quelle legate al consumo di territorio e quindi ai prezzi delle case.

Il lavoro, oltre a esporre un modello teorico che mostra in quali condizioni prevalga l'uno o l'altro effetto, presenta stime empiriche sugli effetti delle variazioni effettive dell'occupazione pubblica registrata in ciascuno dei circa ottomila comuni italiani nel decennio 2001-11. A tale proposito si utilizzano i dati censuari relativi all'occupazione, pubblica e privata, e quelli relativi ai prezzi delle case dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare. Per tenere conto del fatto che le effettive variazioni a livello locale nell'occupazione pubblica potrebbero essere state determinate in reazione a quanto accaduto nel comparto privato, viene utilizzata una strategia a variabili strumentali che sfrutta le variazioni indotte dagli andamenti nazionali del pubblico impiego (in particolare, le contrazioni derivanti dal blocco delle nuove assunzioni).

Le stime suggeriscono che, a parità di altre condizioni, un aumento di una unità dei dipendenti pubblici si è associato a una riduzione di circa 0,7 unità dell'occupazione nel settore privato e a una crescita dei prezzi delle abitazioni.

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