L'accumulazione di arretrati nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche, oltre a rendere incerto il reale ammontare del loro debito, indebolisce la situazione finanziaria delle imprese che operano con il comparto pubblico, in particolare di quelle di piccole e medie dimensioni caratterizzate da maggiori difficoltà di accesso al credito.
Il lavoro mostra che il posticipo dei pagamenti, e quindi l'accumulo di arretrati sotto forma di residui in conto capitale, può riflettere anche la reazione dei Comuni a un taglio dei trasferimenti statali.
L'analisi empirica è stata condotta sui dati di bilancio dei Comuni italiani appartenenti alle Regioni a statuto ordinario per gli anni 2003-2010. Dall'analisi risulta che l'elasticità degli arretrati di spesa rispetto ai trasferimenti è negativa e statisticamente significativa. A un taglio del 10 per cento dei trasferimenti è associato un aumento degli arretrati di spesa pari ad almeno l'1 per cento.
I risultati del lavoro suggeriscono che, in assenza di un adeguato monitoraggio dei debiti commerciali e di regole contabili capaci di evitare la formazione di ampi residui passivi, imporre regole di bilancio al fine di contenere l'indebitamento può essere poco efficace e può avere effetti negativi sulla situazione finanziaria delle imprese che operano con il comparto pubblico.
Pubblicato nel 2019 in: Economic Modelling, v. 77, pp. 266-275