N. 1071 - La fine di un sogno. L'uscita dell'Abruzzo dall'obiettivo 1 della politica regionale europea

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di Guglielmo Barone, Francesco David e Guido de Blasioluglio 2016

La spesa per il riequilibrio territoriale impegna una larga parte del bilancio dell’Unione Europea. Il cosiddetto programma Obiettivo 1 (ora denominato Obiettivo convergenza), destinato alle regioni il cui PIL pro capite sia inferiore al 75% della media EU, è il principale strumento di attuazione di tale politica. In Italia ha interessato, con modalità differenziate nel corso dei vari cicli di programmazione, le regioni del Mezzogiorno.

I fondi spesi possono avere un effetto espansivo nell’immediato, in quanto stimolo alla domanda, ma anche in via più duratura, laddove si concretizzino in maggiori e migliori investimenti, che innalzino in via permanente il potenziale produttivo. Alcune ricerche empiriche recenti suggeriscono (con riferimento a tutte le regioni europee e ai cicli di programmazione precedenti al 2007-13) un effetto complessivo, somma delle due componenti, positivo dell’appartenenza all’Obiettivo 1 sul tasso di crescita del prodotto durante il periodo in cui le regioni ricevono i finanziamenti.

In questo lavoro si adotta un punto di vista complementare e si misurano gli effetti dell’uscita dalla politica in questione. In particolare, si analizza l’effetto della conclusione del programma di finanziamento della regione Abruzzo, che ne aveva beneficiato dal 1989 al 1996, con un flusso di erogazioni protrattosi di fatto fino al 2000. L’analisi è basata prevalentemente su dati di contabilità regionale (integrando quelli prodotti da Istat con le stime di fonte Crenos per i periodi più lontani nel tempo) e copre il periodo 1980-2008. La metodologia è quella del controllo sintetico: si confronta l’evoluzione dell’Abruzzo dopo l’uscita dall’Obiettivo 1 con un mix di regioni meridionali che, a differenza dell’Abruzzo, sono rimaste nel programma dopo il 1996 ma che, prima di quella data, condividevano l’appartenenza al programma e, opportunamente pesate, avevano un andamento del PIL pro capite simile a quello dell’Abruzzo.

I principali risultati del lavoro sono i seguenti:

  • L’uscita dal programma ha comportato un rallentamento del tasso di crescita del PIL pro capite: la perdita stimata, in termini di livello del PIL pro capite nel 2008 (otto anni dopo l’effettiva conclusione delle erogazioni) è superiore al 5 per cento ri-spetto al controfattuale.
  • Tale perdita è, nelle sue dimensioni, di en-tità analoga all’incremento complessivamente stimato nei periodi di partecipazione al programma, segnalando uno scarso grado di persistenza temporale degli effetti di quest’ultimo.

Pubblicato nel 2016 in: Regional Science and Urban Economics, v. 60, pp. 31-38.