N. 1043 - L'impatto dei media sulla percezione della corruzione

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di Lucia Rizzica e Marco Tonellonovembre 2015

La carenza di dati sulla diffusione della corruzione ha indotto all’utilizzo di misure basate sulla percezione del fenomeno, anche per effettuare confronti internazionali (tra gli indicatori più usati, il Corruption Perception Index, elaborato da Transparency International e il Control of Corruption Indicator, elaborato dalla Banca Mondiale).

Il lavoro verifica, con riferimento al caso italiano, la presenza e l’entità di distorsioni in questo tipo di indici, dovute alla loro natura soggettiva. In particolare, inserendosi nella recente letteratura economica che dimostra il ruolo determinante dei media nell’influenzare le scelte e gli atteggiamenti individuali, si indaga se le percezioni dei cittadini in materia di corruzione risentano dell’esposizione degli individui a notizie relative alla corruzione.

L’analisi utilizza l’Indagine Intermedia sui Bilanci delle Famiglie Italiane (2013) che contiene domande che consentono di misurare la probabilità che ciascun rispondente attribuisce al verificarsi di eventi di corruzione e alla circostanza che il funzionario pubblico corrotto sia scoperto e sanzionato, ricavandone misure soggettive di percezione della corruzione e di fiducia nelle misure di contrasto. Il lavoro mette quindi in relazione tali misure di percezione con il numero di notizie inerenti a fenomeni di corruzione, concussione, peculato e appropriazione indebita apparse sulle prime pagine di 30 quotidiani on-line nel giorno in cui veniva effettuata l’intervista. L’identificazione del nesso causale si basa sulla casualità della coincidenza tra il giorno in cui ciascun soggetto è stato intervistato e la pubblicazione delle notizie legate alla corruzione.

I risultati mostrano che l’aumento di una deviazione standard nelle notizie relative a eventi di corruzione riportata dai giornali (pari a circa 7 notizie) determina  un incremento della probabilità soggettiva attribuita alla circostanza che un cittadino si veda richiedere il pagamento di una somma di denaro per ricevere una prestazione da una Pubblica Amministrazione di 1,3 punti percentuali (pari a circa 3,5 per cento rispetto alla media), e una diminuzione della probabilità soggettiva che un pubblico ufficiale corrotto sconti infine una pena detentiva di 0,8 punti percentuali (pari a circa 5,2 per cento rispetto alla media).

Le evidenze disponibili suggeriscono che tali effetti siano da attribuire principalmente a meccanismi di tipo distorsivo piuttosto che di apprendimento da parte dei cittadini poco informati.

Pubblicato in: Economic Policy, v. 35, 104, pp. 679–737

Testo della pubblicazione