La relazione tra diversità di genere, governance bancaria e risultati aziendali ha attratto un interesse crescente, soprattutto a seguito della crisi finanziaria globale, quando ci si è chiesti se una maggiore presenza femminile nei vertici aziendali potesse implicare un contenimento dei livelli di rischio e di leverage, grazie alla maggiore avversione al rischio delle donne, documentata in letteratura. Le ricerche empiriche sul tema sono però scarse e non conclusive. La bassa occorrenza di donne in posizioni apicali – specie in Italia, e in particolare nelle banche – origina del resto risultati di difficile generalizzazione.
Per tenere conto di ciò, nel lavoro si adopera un ricco data set sul periodo 1995-2010 per esaminare gli effetti della presenza femminile nei board bancari su rischiosità (misurata da diversi indicatori della qualità ex post del credito erogato), redditività (ROA), efficienza operativa (cost income ratio) e grado di capitalizzazione (capitale e riserve sul totale attivo). Le informazioni sui componenti dei board bancari (Consiglio di amministrazione, Collegio sindacale e Direzione generale, o i corrispondenti organi nel sistema “duale”) – tratte dalla base dati OR.SO – sono state correlate con dati strutturali e di performance delle banche, ottenuti dalle Segnalazioni di Vigilanza e dagli Archivi anagrafici degli intermediari.
Le stime sono state condotte verificandone la robustezza rispetto sia a possibili variabili omesse, potenzialmente correlate con la presenza di donne, sia a effetti di retroazione (dalle performance aziendali alla diversità di genere), mediante stime con variabili strumentali.
La presenza femminile nei board bancari produce un effetto migliorativo sulla qualità del credito e, in maniera meno robusta, anche sulla redditività. Non vi sono invece effetti significativi sull’efficienza operativa e sul livello di capitalizzazione.
Pubblicato nel 2021 in: Economic Notes, Monte dei Paschi di Siena, v. 50, 2, e12183.