N. 919 - Esportazioni e capitale umano

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di Antonio Accetturo, Matteo Bugamelli e Andrea Lamorgeseluglio 2013

A partire dagli anni novanta la progressiva riduzione delle barriere commerciali e l’accesso ai mercati internazionali di paesi a basso costo del lavoro hanno alimentato un acceso dibattito sulle possibili ricadute sui livelli occupazionali e salariali nelle economie avanzate. Mentre gran parte della letteratura si è concentrata sugli effetti delle importazioni, recenti sviluppi teorici hanno mostrato come anche le esportazioni possano avere conseguenze sulla domanda di lavoro delle imprese; i processi di innovazione e di miglioramento della qualità dei prodotti che generalmente si associano a una maggiore presenza sui mercati internazionali possono infatti aumentare la produttività dei lavoratori più qualificati e la loro richiesta da parte delle imprese.

Utilizzando i dati sulle esportazioni delle province italiane e quelli dell’indagine sulle forze di lavoro, che riporta informazioni dettagliate sul livello di istruzione e sulla qualifica funzionale del singolo lavoratore, lo studio si pone l’obiettivo di identificare se nel periodo 2000-06 l’andamento delle esportazioni abbia comportato, a livello di settore e provincia, una modifica della domanda di lavoro differenziata per tipologia di lavoratore.

I risultati mostrano come nei settori e nelle province in cui l’espansione delle vendite all’estero è stata più significativa si sia registrato un più forte aumento della domanda di forza lavoro qualificata. In termini quantitativi, a un aumento del valore delle esportazioni pari al 10 per cento avrebbe corrisposto, nella stessa provincia e settore, un incremento del livello medio di scolarizzazione degli occupati dello 0,7 per cento; la crescita della quota di impiegati e dirigenti (cosiddetti colletti bianchi) attribuibile alle esportazioni sarebbe risultata pari, complessivamente, a circa un punto percentuale. In base a queste stime, le maggiori vendite all’estero registrate nel periodo 2000-06 avrebbero contribuito per circa un quarto all’incremento totale della domanda di lavoratori qualificati osservato in quel periodo.

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