N. 910 - Geografia, produttività e commercio internazionalePuò la selezione delle imprese spiegare perché alcune aree sono più produttive di altre?

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di Antonio Accetturo, Valter Di Giacinto, Giacinto Micucci e Marcello Pagniniaprile 2013

Numerosi studi relativi a diversi paesi mostrano come la produttività delle imprese sia più elevata nelle aree urbane.

Due spiegazioni vengono generalmente avanzate per questo fenomeno. Secondo la prima, mercati locali di dimensioni maggiori tendono ad attrarre un numero più elevato di imprese; la maggiore competizione potrebbe indurre l’uscita dal mercato delle imprese meno produttive, incrementando così la produttività media delle aziende che sopravvivono. La seconda spiegazione è legata invece all’esistenza di economie di agglomerazione, riconducibili alla presenza di esternalità di conoscenza tra i lavoratori delle città o di stretti legami produttivi (input-output linkages) tra imprese, che consentirebbero a tutte le imprese di conseguire una maggiore efficienza tecnica.

Per analizzare l’importanza relativa di queste due spiegazioni per i sistemi locali del lavoro italiani lo studio analizza un campione di circa 48 mila imprese osservate nel periodo 1995-2006 (censite dalla Centrale dei Bilanci e dalla Cerved) per le quali, mediante diverse metodologie, si ottiene una stima della produttività totale dei fattori.

I risultati, coerenti con quelli ottenuti in altri studi per economie simili a quella italiana, mostrano che la gran parte dei vantaggi localizzativi delle aree più densamente abitate riflette l’esistenza di economie di agglomerazione, a fronte di un ruolo limitato del meccanismo di selezione delle imprese.

L’impatto della selezione risulterebbe più rilevante solo laddove operano imprese con una maggiore proiezione sui mercati esteri e, quindi, più esposte alle pressioni concorrenziali.

Pubblicato nel 2018 in: Journal of Regional Science, v. 58, 5, pp. 949-979

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