N. 599 - Ciclo economico e rischiosità dei portafogli bancari: un'analisi panel sugli intermediari italiani

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di Mario Quagliariellosettembre 2006

I numerosi studi che hanno analizzato il legame tra attività bancaria e ciclo economico sono giunti alla conclusione che i risultati economici delle banche tendono a seguire l’andamento ciclico dell’economia. Contribuendo a questo filone di ricerca, il presente lavoro si concentra sulla relazione tra ciclo economico e rischiosità di un campione di oltre 200 intermediari italiani nel periodo 1985-2002.

I risultati econometrici confermano che gli accantonamenti bancari e il tasso di entrata in sofferenza (una misura expost del tasso di insolvenza) sono influenzati dall’evoluzione ciclica: essi aumentano quando le condizioni economiche si deteriorano e si riducono nelle fasi espansive. L’effetto non è tuttavia immediato, come rilevato per altri paesi, ma si manifesta con ritardo.

L’evoluzione della rischiosità dei portafogli bancari dipende non soltanto da fattoriesogeni, ma anche dalle caratteristiche dei singoli intermediari e dalla loro capacità di selezionare i debitori. Dalle stime emerge però che gli intermediari con più elevati tassi di crescita degli impieghi non tendono a finanziare la clientela più rischiosa e ad avere, di conseguenza, accantonamenti più elevati. Le strategie di ampliamento dei volumi non determinerebbero, pertanto, una minore attenzione ai processi di selezione della clientela.

L’evidenza empirica fornisce inoltre parziale conferma dell’ipotesi che le banche utilizzino gli accantonamenti al fine di stabilizzare il proprio reddito nel tempo. Esse tenderebbero ad aumentarli quando la redditività è maggiore e a ridurli in caso contrario (incomesmoothing). La positiva correlazione tra accantonamenti e utili attenuerebbe, almeno in parte, l’effetto ciclico delle politiche di bilancio degli intermediari.