Questo lavoro analizza i tassi di interesse bancari nell’area dell’euro utilizzando le informazioni armonizzate raccolte dall’Eurosistema dal gennaio 2003. Tali statistiche permettono di confrontare, in misura più precisa che in passato, i prezzi praticati nei paesi dell’area dell’euro sui depositi e sui prestiti a famiglie e imprese.
Da una prima analisi dei dati, emerge che i tassi praticati sugli stessi strumenti di raccolta e di impiego sono fortemente differenziati tra i 12 paesi che hanno adottato l’euro. Un analogo esercizio, condotto sulle 20 regioni italiane, mostra che il livello della segmentazione all’interno del nostro paese è inferiore a quello tra paesi dell’area.
In un secondo stadio l’analisi identifica un insieme di specifici fattori nazionali che causano l’eterogeneità dei tassi bancari e quindi la segmentazione dei mercati.
Le principali determinanti dal lato della domanda sono la rischiosità dei prenditori, la presenza di forme di risparmio e finanziamento alternative ai prodotti bancari, l’andamento del ciclo economico e del reddito disponibile delle famiglie e la dimensione delle imprese.
Dal lato dell’offerta sono importanti la concentrazione dei mercati bancari, la dimensione media delle banche, le operazioni di fusione e acquisizione, la struttura del passivo e il livello di capitalizzazione dei sistemi creditizi, la struttura per scadenze dei prestiti e la quota dei ricavi da servizi sul totale delle attività delle banche.
I risultati econometrici suggeriscono inoltre che per gli strumenti per i quali il potere di contrattazione e la mobilità della clientela bancaria sono più elevati (come ad esempio nel caso dei pronti contro termine rispetto ai conti correnti, delle imprese rispetto alle famiglie, delle grandi imprese rispetto alle piccole) i tassi sono più uniformi tra i diversi paesi dell’area.
