N. 579 - Sono efficaci gli interventi in cambi? Alcuni risultati relativi al caso della Repubblica Ceca

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di Antonio Scaliafebbraio 2006

Una recente rassegna del FMI ha messo in evidenza che gli interventi in cambi da parte delle autorità monetarie dei paesi emergenti possono rivelarsi efficaci per due ordini di motivi: l’effetto-dimensione, in base al quale il peso degli interventi sul volume complessivo del mercato è maggiore che nei paesi sviluppati, e il vantaggio informativo della banca centrale rispetto agli operatori in cambi.

Nell’estate del 2002 la Banca Nazionale Ceca ha condotto interventi sul mercato dei cambi al fine di contenere l’apprezzamento della valuta nazionale, la corona, nei confronti dell’euro. Tali interventi sono stati accompagnati da altre misure di policy, e in particolare da un taglio dei tassi di interesse.

Il lavoro analizza il funzionamento del mercato della corona ceca. Esso è caratterizzato da una limitata liquidità e un’alta volatilità, proprietà comuni alle valute degli altri due maggiori paesi entrati a far parte dell’Unione Europea nel 2004, cioè la Polonia e l’Ungheria. Al fine di stabilire il grado di efficacia degli interventi della banca centrale si stima un’equazione infragiornaliera del cambio corona/euro, basata sulle transazioni eseguite nel circuito elettronico Reuters Spot Matching nella seconda metà del 2002. Seguendo la teoria della microstruttura, si ipotizza che il flusso netto degli ordini di acquisto e vendita sul contratto influenzi il livello del cambio, e che l’impatto aumenti in presenza degli interventi.

I risultati econometrici confermano le previsioni teoriche. Nei giorni di maggiore tensione, in cui la probabilità degli interventi è stata più elevata, si stima che un flusso netto di acquisto (vendita) di euro contro corone per un importo di €10 milioni abbia provocato nella stessa ora un deprezzamento (apprezzamento) della corona pari a 9 punti base. Nei giorni in cui la banca centrale è effettivamente intervenuta, la notizia dell’intervento ha accresciuto l’impatto degli ordini sul cambio di 3 punti base, fino a 12 punti base per €10 milioni. L’ampiezza e la persistenza di tale impatto sono maggiori di quanto stimato da studi empirici precedenti.

Le stime econometriche e l’esame più generale condotto sul mercato della corona offrono utili indicazioni sul ruolo che le autorità monetarie dell’Europa Centrale possono svolgere nel mercato dei cambi, anche nella prospettiva dell’adesione allo SME II.

Pubblicato nel 2008 in: Journal of International Money and Finance, v. 27, 4, pp. 529-546