N. 572 - Gli incentivi delle banche universali

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di Ugo Albertazzigennaio 2006

Il lavoro fornisce un contributo teorico all’analisi degli incentivi sottesi alle diverse attività di una banca universale. Un’importante caratteristica di questi intermediari è che essi possono trovarsi ad operare in condizioni di conflitto di interessi.

Per le banche universali, le transazioni interne costituiscono una ridistribuzione delle risorse che, a seconda del prezzo adottato, può avvantaggiare una parte dei clienti a danno degli altri. Le transazioni interne, tuttavia, sono generalmente inefficienti, poiché sul mercato potrebbero essere disponibili investitori per i quali titoli oggetto di scambio hanno un valore più elevato.

Questi comportamenti possono essere evitati con l’adozione dei cosiddetti firewalls, assetti organizzativi che determinano una effettiva separazione nell’offerta dei diversi servizi, eliminando all’origine il conflitto di interesse.

Il lavoro sottolinea come l’introduzione di firewalls comporti a sua volta dei costi. In assenza di tali barriere, infatti, le diverse categorie di clientela hanno incentivi a formulare contratti in cui il compenso è legato al rendimento dell’investimento o al valore del servizio, con guadagni netti di efficienza. Da un lato, infatti, la banca è indotta dai più forti incentivi a impiegare maggiori risorse per individuare il migliore acquirente sul mercato; dall’altro, i più elevati rendimenti attesi connessi con il maggiore impegno profuso rendono meno attraente l’opzione di imporre transazioni interne.

Un'ipotesi fondamentale del modello è che tutti gli operatori siano sufficientemente informati dell’esistenza del conflitto di interessi. Il lavoro mostra, infatti, che nelle situazioni in cui tale condizione è violata, l’introduzione di firewalls è sempre migliorativa dell’efficienza.

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