N. 521 - Le fusioni aumentano le informazioni? un’analisi del mercato dei prestiti bancari

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di Fabio Panetta, Fabiano Schivardi e Matthew Shumottobre 2004

Il lavoro analizza gli effetti delle fusioni bancarie sulle informazioni che le banche possiedono circa il grado di rischiosità delle singole imprese. Nella parte iniziale si mostra, con l’ausilio di un modello teorico, che un aumento dell’informazione può generare un incremento della pendenza della curva dei tassi, ossia della curva che lega i tassi d’interesse bancari attivi praticati alle singole imprese al merito di credito di ciascun debitore.

Successivamente si mostra come le fusioni registrate negli anni novanta in Italia abbiano dato luogo a due effetti: (a) una traslazione verso il basso della curva dei tassi; (b) un aumento della pendenza della stessa curva.

Il primo effetto indica, in linea con lavori precedenti relativi al mercato italiano, che i guadagni di efficienza generati dalle operazioni di fusione tra banche hanno superato le conseguenze che potrebbero derivare da un incremento del potere di mercato. I risultati empirici contenuti nel lavoro mostrano inoltre che l’aumento di pendenza della curva dei tassi bancari è determinato dal miglioramento della capacità delle banche, a seguito delle operazioni di fusione, di selezionare le imprese con favorevoli prospettive di sviluppo e con elevata affidabilità.

Come effetto combinato dei due risultati appena descritti, dopo le fusioni si registra un aumento dei tassi bancari per i clienti di bassa qualità e un calo dei tassi per i clienti con migliori prospettive di sviluppo. Questo effetto, non considerato nei lavori precedenti, può contribuire a spiegare la contenuta incidenza dei crediti bancari in sofferenza durante la recente fase di debolezza ciclica.

L’evidenza empirica mostra infine che i guadagni informativi derivano dalle migliorate capacità di utilizzare efficientemente le informazioni disponibili. Non vi è invece evidenza di guadagni derivanti dall’utilizzo congiunto di informazioni che prima della fusione erano possedute solo da una delle banche interessate dall’operazione.

Pubblicato nel 2009 in: Journal of Money, Credit, and Banking, v. 41, 4, pp. 673-709

Testo della pubblicazione