N. 501 - La ricchezza delle famiglie italiane e americane

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di Ivan Faiella e Andrea Nerigiugno 2004

Il lavoro studia comparativamente la ricchezza netta (attività finanziarie e reali meno passività) detenuta dalle famiglie italiane ed americane. In particolare ne esamina il livello, la distribuzione, la composizione tramite l'analisi dei microdati di due indagini campionarie disponibili per il 1998: l'Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF) e la Survey of Consumer Finances (SCF).

In entrambi i Paesi le attività reali costituiscono la componente principale della ricchezza. Sul totale di queste attività, le famiglie americane presentano una maggior incidenza degli immobili legati ad attività imprenditoriali, mentre per le famiglie italiane assume un maggior rilievo la componente legata all’abitazione.

Per quanto riguarda l’allocazione del portafoglio, le famiglie americane mostrano una più ampia diversificazione degli strumenti finanziari nonché una maggiore propensione al rischio e all’indebitamento.

Nei due Paesi la ricchezza netta mostra un’analoga associazione con alcune caratteristiche socio-demografiche delle famiglie: valori più elevati si riscontrano per le famiglie i cui capifamiglia risultano più anziani, con un grado di istruzione superiore, lavoratori indipendenti. All'interno di ciascun Paese, il grado di correlazione fra tali variabili e la ricchezza netta è comunque non elevato (la varianza spiegata è compresa tra il 13 e il 15 per cento della varianza complessiva).

Negli Stati Uniti la ricchezza netta procapite delle famiglie, convertita in euro utilizzando il tasso medio del 1998, risulta superiore del 14 per cento rispetto all’Italia.

Il dato è però associato ad una più elevata dispersione: considerando il valore mediano (che fornisce un'indicazione più rappresentativa dell'ammontare di ricchezza di una famiglia del ceto medio) la famiglia italiana presenta una ricchezza doppia di quella americana.

Il maggior grado di concentrazione della ricchezza delle famiglie americane appare collegato alla concentrazione delle attività finanziarie. Il 25 per cento delle famiglie americane più ricche detiene quasi il 90 per cento della ricchezza complessiva, contro il 71 per cento in Italia. Considerando invece le famiglie più povere, negli Stati Uniti quasi il 20 per cento detiene una ricchezza netta negativa (meno dell'1 per cento in Italia). Ciò sembra dipendere non solo dal loro elevato livello di indebitamento, ma soprattutto dall'esiguo ammontare delle attività detenute.

Per poter valutare in che misura le caratteristiche socio-demografiche della popolazione siano in grado di spiegare le differenze riscontrate tra i due Paesi, sono state effettuate alcune simulazioni che hanno fornito indicazioni negative: imponendo all’Italia alcune caratteristiche socio-demografiche degli Stati Uniti, non si spiegherebbero in misura significativa le differenze osservate nei livelli di ricchezza familiare, né la probabilità di indebitarsi o di detenere portafogli complessi; anche il diverso grado di concentrazione della ricchezza netta in Italia e negli Stati Uniti sembrerebbe solo in parte dipendere dalla differente struttura demografica (circa il 18 per cento).

La maggior disuguaglianza distributiva presente negli Stati Uniti non risulterebbe compensata da una maggior mobilità nel corso del tempo tra le diverse classi di ricchezza. Le stime disponibili a questo riguardo non indicano differenze rilevanti tra i due Paesi né all’interno di una stessa generazione né tra generazioni diverse.

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