Il lavoro analizza l’evoluzione della concorrenza bancaria in Italia nel periodo 1983- 1997, mirando a offrire spunti per l’interpretazione di questi fenomeni, la cui rilevanza si estende oltre i confini italiani. L’analisi è stata condotta per cinque mercati distinti (nordovest, nord-est, centro, sud e isole, nazionale), al fine di avvicinarsi al concetto di “mercato rilevante”.
La misura della concorrenza adottata è l’indice di Lerner (il complemento all’unità del rapporto tra costo marginale e prezzo). In teoria, valori dell’indice pari a zero caratterizzano una situazione di concorrenza perfetta; valori positivi denotano l’esistenza di potere di mercato. Gli indici sono stati calcolati per i vari mercati e per le varie categorie di banche. I risultati principali dell’analisi possono essere riassunti come segue.
Gli indici di Lerner si riducono marcatamente dal 1992. Questa tendenza, rilevata in tutti e cinque i mercati analizzati, sia per le banche commerciali che per quelle di credito cooperativo, e confermata anche assumendo definizioni alternative di prodotto bancario e di prezzo, suggerisce che negli ultimi anni l’industria bancaria italiana è divenuta altamente concorrenziale.
Pur se una concausa di questa diminuzione degli indici è individuabile in fattori di natura temporanea (la crisi di redditività che ha colpito il sistema bancario italiano agli inizi degli anni novanta), gran parte del miglioramento sarebbe tuttavia permanente; vi avrebbe contribuito in misura significativa la rapida espansione della rete degli sportelli bancari dalla fine degli anni ottanta. Inoltre, vi è evidenza che la riforma bancaria del 1993, rimuovendo importanti barriere amministrative all’ingresso nei mercati nazionali di concorrenti degli altri paesi della UEM, abbia contribuito significativamente a migliorare le condizioni concorrenziali nel mercato bancario.
Pubblicato nel 2003 in: Journal of Money, Credit, and Banking, v. 35, 5, pp. 663-684
