N. 318 - Previsione delle insolvenze delle imprese e qualità del credito bancario: un'analisi statistica

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di Sebastiano Laviola e Maurizio Trapanese

Questo lavoro applica tecniche di analisi discriminante al fine di selezionare le imprese caratterizzate da una situazione reddituale e finanziaria problematica. L'analisi permette di assegnare a ogni impresa un indice di rischiosità relativa, i cui valori sono crescenti tra zero e 1 all'aumentare della fragilità aziendale e che sintetizza le diverse informazioni desumibili dal bilancio. È stato considerato un campione di 3.330 società non finanziarie composto di imprese classificate ex ante come "fallite" o "sane" per gli anni 1991-95; l'analisi indica una condizione finanziaria e reddituale delle imprese corrispondente in media a quella effettiva nel 91 per cento dei casi.

L'indice di rischio ottenuto è stato applicato ai dati di bilancio di 3.600 imprese segnalate in sofferenza dalle banche tra il 1990 e il 1995, al fine di verificare se lo stato di patologia poteva essere colto con uno ovvero due anni di anticipo. In media, un anno prima dell'entrata in sofferenza la procedura segnala lo stato di fragilità aziendale nel 73 per cento dei casi; tale valore medio si riduce al 62 per cento del totale due anni prima.

La classificazione delle imprese in base all'indice di rischio è stata utilizzata per valutare la qualità di una frazione del portafoglio crediti delle banche. Sulla base dei bilanci di 16.500 imprese, con debiti bancari complessivi verso le principali banche pari a 150.000 miliardi di lire nel 1994, è stato formulato un indice sintetico di rischio relativamente alla quota del portafoglio crediti di ciascuna banca. Il campo di variazione di tale indice è compreso tra 0,23 e 0,53, la media dello stesso è pari a 0,4.

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