Questo lavoro costituisce un primo tentativo di utilizzare materiali raccolti nella Collana storica della Banca d'Italia - in particolare nella serie "Documenti"- per una riflessione su due insiemi di problemi, strettamente legati: i "caratteri distintivi" del central banking italiano e i momenti più significativi del suo processo evolutivo tra il 1861 e il 1947.
Si procede dapprima a una ricognizione delle circostanze, sovente coincidenti con "crisi" più o meno gravi, che hanno stimolato, direttamente o indirettamente, l'emergere e la crescita di una moderna banca centrale. Segue un'analisi dell'evoluzione delle funzioni macroeconomiche dell'istituto, dei suoi rapporti con il governo e di quelli con il sistema bancario. Il lavoro mette in luce come le peculiarità del central banking italiano non si riscontrino nei suoi caratteri originali e nemmeno negli obiettivi e strumenti di politica monetaria di volta in volta adottati. Piuttosto, i tratti tipicamente distintivi dell'esperienza italiana di banca centrale vanno ricercati: a) nell'importanza quantitativa e soprattutto qualitativa delle operazioni di credito di ultima istanza, b) nell'eccezionale influenza esercitata sia sul governo sia sull'economia privata, grazie anche a un'originale forma di autonomia di fatto, c) nel vasto spettro di "azioni di supplenza" a carenze di organismi pubblici.
Queste "peculiarità" sono facilmente inscrivibili nei tratti caratteristici della storia economica e finanziaria dell'Italia, in particolare nella precarietà di molte fasi espansive del ciclo reale, nella drammaticità di taluni passaggi ("crisi"), nella forte caratterizzazione bancaria del sistema di intermediazione, nell'instabilità di quest'ultimo. Possono anche essere ricondotte ad aspetti più generali della storia sociale, politica e culturale del Paese.