N. 240 - I meccanismi di funzionamento dei circuiti interni dei capitali: un'indagine empirica del caso italiano
Il lavoro presenta un quadro di riferimento per distinguere, nell'ambito dei finanziamenti ottenuti da una generica impresa appartenente a un gruppo, la parte raccolta attraverso il circuito dei capitali interno al gruppo da quella raccolta attraverso meccanismi allocativi di mercato. L'applicazione di tale metodologia, condotta su di un significativo campione di 510 imprese industriali private italiane, conferma la rilevanza della riallocazione di capitale all'interno del gruppo: i flussi di fondi provenienti dal mercato finanziario e quelli circolanti sul circuito interno dei capitali sono infatti di un ordine di grandezza comparabile. Tra i secondi, il ruolo delle operazioni non esplicitamente riconosciute come "di raccolta" (cioè gli scambi intragruppo di partecipazioni) è anch'esso di entità rilevante.
I principali fruitori delle fonti di finanziamento provenienti dal circuito interno dei capitali sono le imprese il cui piano di investimenti (non finanziari) non può essere coperto dall'autofinanziamento. In questo caso, la riallocazione intragruppo risulta sostitutiva della raccolta esterna con preferenza per la prima in caso di bassa redditività e quindi, presumibilmente, di condizioni esterne sfavorevoli.
Il lavoro fa parte del progetto di ricerca sul mercato della proprietà e del controllo delle imprese promosso dalla Banca d'Italia. I risultati della prima fase della ricerca sono stati raccolti nel numero speciale dei "Contributi all'analisi economica" del 1994; quelli della seconda fase sono stati discussi nel corso di un convegno svoltosi a Roma nei giorni 24-25 marzo 1994. I rapporti conclusivi presentati in quella occasione sono stati pubblicati dalla casa editrice Il Mulino.