N. 35 - La relazione tra orari di fatto e ore contrattuali nell'industria italiana

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di Giorgio Bodo e Curzio Giannini

Un elevato livello di disoccupazione è ormai una delle caratteristiche comuni alla maggior parte dei paesi occidentali. Di fronte alle difficoltà di promuovere un aumento delle possibilità d'impiego attraverso le tradizionali politiche di domanda aggregata, a causa dei vincoli posti dall'inflazione e dal disavanzo nei conti con l'estero, da più parti è stata avanzata la proposta di riduzione dell'orario medio al fine di ripartire su un maggior numero di persone le minori opportunità di lavoro. La condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l'efficacia di queste misure è che una riduzione dell'orario contrattuale si rifletta in misura proporzionale sugli orari di fatto. Lo scopo di questa ricerca è stato proprio quello di verificare empiricamente, su dati riferiti all'industria in senso stretto per il periodo 1970-1981, la validità di tale assunto.

La principale conclusione cui si è pervenuti è che nel breve periodo esiste un'elasticità degli orari medi agli orari contrattuali sensibilmente inferiore all'unità, mentre nel lungo termine l'adeguamento è completo.

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