Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 4 - 2012

In Europa sono stati scongiurati scenari di instabilità estrema... - Negli ultimi mesi gli interventi della Banca centrale europea (BCE) e le misure decise a livello sia europeo sia nazionale hanno attenuato i timori di una crisi dirompente nell'area dell'euro; insieme con alcuni segnali di ripresa della domanda negli Stati Uniti e nelle economie emergenti, ciò ha migliorato le condizioni dei mercati finanziari.

...ma permangono rischi significativi per la stabilità finanziaria - Il principale rischio per la stabilità finanziaria in Europa rimane la spirale tra bassa crescita economica, crisi del debito sovrano e condizioni dei sistemi bancari. Pesa inoltre la frammentazione lungo linee nazionali dei mercati bancari e finanziari dell'area dell'euro, determinata soprattutto dall'emergere di timori di reversibilità dell'Unione monetaria. Per contrastare questi rischi, il Consiglio direttivo della BCE ha varato un programma di interventi sui mercati dei titoli di Stato (Outright Monetary Transactions) per ripristinare i meccanismi di trasmissione della politica monetaria. La piena efficacia degli interventi è condizionata dalla prosecuzione del percorso di integrazione europea e dei processi di riforma strutturale avviati in più paesi.

L'economia italiana beneficia dell'allentamento delle tensioni sui titoli di Stato - In Italia si registra un calo dello spread sovrano e il ritorno degli investitori esteri sul mercato dei titoli di Stato. La debolezza della domanda interna sta favorendo un significativo miglioramento dei conti con l'estero. Malgrado il peggioramento del quadro economico la politica di bilancio resta orientata al risanamento finanziario. I timori circa i progressi nell'azione di riforma, legati all'incertezza sull'evoluzione del quadro politico, rappresentano un rischio per il costo del debito.

La contrazione del prodotto e le incerte prospettive di ripresa si riflettono sui prezzi degli immobili - Il mercato immobiliare mostra debolezza: dalla fine dello scorso anno la flessione delle compravendite si accompagna a una moderata riduzione dei prezzi delle abitazioni; tali andamenti riflettono la contrazione del reddito disponibile reale delle famiglie e le tensioni nelle condizioni di offerta di credito. Non emergono indicazioni di sopravvalutazione degli immobili. Il calo dei prezzi dovrebbe proseguire nei prossimi mesi; potrebbe prolungarsi qualora le prospettive di ripresa economica dovessero allontanarsi. Eventuali effetti sulla qualità degli attivi bancari sarebbero modesti.

Le condizioni finanziarie del complesso delle famiglie rimangono equilibrate... - Le condizioni finanziarie delle famiglie rimangono nel complesso equilibrate, grazie al ridotto indebitamento e all'elevata quota di attività finanziarie a basso rischio. In questa fase il servizio del debito è contenuto soprattutto dal basso livello dei tassi di interesse. Il principale rischio è rappresentato dalla debole dinamica del reddito.

...ma la difficile congiuntura pesa - La sfavorevole congiuntura economica sta incidendo sulla redditività e sulla capacità di autofinanziamento delle imprese, le cui condizioni finanziarie mostrano segni di tensione. Le aspettative relative ai prossimi mesi sono improntate a un minore pessimismo. I più importanti fattori di rischio sono connessi con l'evoluzione congiunturale e con il permanere di difficoltà di accesso al credito.

...contribuendo alla contrazione del credito... - Il calo dei prestiti bancari risente della debolezza della domanda. L'attenuarsi delle tensioni di liquidità delle banche si è riflesso in un graduale miglioramento delle condizioni di offerta di credito, che rimangono tuttavia restrittive rispetto alla prima metà del 2011.

...e al peggioramento della qualità dei prestiti bancari - Il calo dei prestiti bancari risente della debolezza della domanda. L'attenuarsi delle tensioni di liquidità delle banche si è riflesso in un graduale miglioramento delle condizioni di offerta di credito, che rimangono tuttavia restrittive rispetto alla prima metà del 2011. La qualità del credito bancario continua a risentire della recessione. I crediti deteriorati alle imprese sono ancora aumentati in tutti i settori di attività economica, in particolare nel comparto delle costruzioni. Il tasso di deterioramento del credito alle famiglie rimane invece basso, riflettendo la loro solida situazione patrimoniale e la tradizionale prudenza dei criteri di erogazione dei finanziamenti. Vi contribuisce il quadro normativo, che incentiva il contenimento del rapporto tra ammontare di un mutuo e valore della garanzia (loan to value) e richiede al mutuatario di restituire il debito indipendentemente dall'andamento del valore dell'immobile.

La Banca d'Italia ha intensificato il vaglio sull'adeguatezza delle rettifiche di valore - Le banche hanno accresciuto le rettifiche di valore a fronte del rischio di credito; tuttavia, in rapporto al totale dei prestiti deteriorati esse risultano in calo. La Banca d'Italia sta intensificando il vaglio sull'adeguatezza delle rettifiche di valore, tenendo conto di variabili sia aggregate (valori medi di sistema, prospettive dell'economia reale) sia individuali. Alle banche che presentano tassi di copertura inadeguati sono richiesti rapidi interventi correttivi.

Cresce la raccolta al dettaglio, migliorano le condizioni di liquidità e prosegue il rafforzamento del patrimonio... - La raccolta bancaria al dettaglio continua a crescere; il funding gap (la quota di prestiti non finanziata da raccolta al dettaglio) è sceso al 16 per cento e al 13 escludendo le filiazioni di banche estere. Le condizioni di liquidità hanno registrato un netto miglioramento da luglio, con l'attenuarsi dei rischi sovrani. Alcuni gruppi bancari sono tornati a emettere sui mercati all'ingrosso; il ricorso al rifinanziamento dell'Eurosistema ha smesso di crescere. Gli intermediari italiani dispongono delle risorse liquide necessarie per fronteggiare le passività in scadenza e per finanziare l'economia; anche la dotazione di collaterale rimane assai ampia. Il core tier 1 ratio dei principali gruppi italiani è ulteriormente cresciuto, al 10,2 per cento. L'azione di rafforzamento patrimoniale mira a far fronte al deterioramento dell'economia. La leva finanziaria delle banche italiane rimane bassa nel confronto con i principali gruppi bancari europei.

...ma le prospettive per la redditività restano incerte - Sulla redditività bancaria continua a incidere il deterioramento della qualità del credito. Le banche devono proseguire, intensificandole, le politiche di riduzione dei costi.

La situazione patrimoniale delle assicurazioni rimane solida - Le principali compagnie di assicurazione italiane registrano un aumento della redditività dovuto principalmente al positivo andamento della gestione finanziaria. Gli indici di solvibilità dei rami vita e danni sono ampiamente superiori ai requisiti regolamentari. Nel complesso, i rischi principali per il settore derivano dal protrarsi della fase di debolezza congiunturale, che deprime la dinamica dei premi e alimenta le richieste di riscatto, e dalle condizioni di incertezza sui mercati finanziari, in considerazione della rilevante dimensione del portafoglio di titoli di Stato.

Sul mercato monetario l'attività resta concentrata nei segmenti garantiti - Sul mercato interbancario italiano gli scambi rimangono concentrati nei contratti assistiti da garanzia. La liquidità è in graduale miglioramento; le condizioni di costo sono tornate in linea con quelle dei mercati esteri.

Il mercato dei titoli di Stato mostra segni di miglioramento - Le emissioni di titoli pubblici sono proseguite con regolarità anche nelle fasi di maggiore tensione. La ripresa degli acquisti da parte degli investitori esteri negli ultimi mesi è seguita alla considerevole discesa dei tassi sulle nuove emissioni. La vita media residua dello stock di debito pubblico rimane elevata nel confronto con i principali emittenti sovrani dell'area dell'euro. La liquidità del mercato secondario dei titoli di Stato è ulteriormente migliorata. Nel 2013 le scadenze di titoli a medio e a lungo termine saranno di ammontare inferiore rispetto al 2012 e avranno una distribuzione più uniforme nel corso dell'anno.

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